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Confronti con l’Italia: la sfida di Leonardo Bullaro per un posto al City Council

Di Dom Serafini

Una delle più difficili campagne elettorali deve essere quella per un posto al City Council della città di New York, che conta 51 seggi. Il 43-enne Leonardo Bullaro é uno dei quattro candidati ed é l’unico italo-americano per il seggio del Distretto 22 di Queens (che include Astoria, Woodside, Jackson Heights e Est Elmhurst).

La difficoltà della sfida di Bullaro é dovuta ad una combinazione di fattori, tra cui la pandemia, che limita la campagna faccia-a-faccia, la difficoltà nel coinvolgere gli elettori e non per ultimo il poco conosciuto ruolo di “councilman/councilwoman”.

Il Distretto 22 conta 150.000 residenti, di cui 5.000 sono di origini italiane. Come candidato centrista democratico, Bullaro deve prima superare la prova delle primarie, che si svolgeranno il 22 giugno di quest’anno, dove dovrà vincere buona parte delle preferenze di 50.000 elettori registrati come democratici. 

La prova finale arriverá il 2 novembre 2021, assieme alle elezioni del nuovo sindaco.

Oltre a contare su di una buona base di italo americani, Bullaro ha la fortuna di non avere l’attuale councilman come concorrente, poiché questo ha raggiunto il limite massimo di mandati, e quindi non puó ricandidarsi. Sarà infatti una sfida per un “open seat” (seggio aperto). “Provengo da una famiglia numerosa” spiega Bullaro per telefono, e continua: “basti pensare che ho 29 cugini di primo grado”. Naturalmente non mancherà di appoggiarsi a tutte le organizzazioni, associazioni e social club italiani ed italo-americani operanti nel suo distretto.

I genitori dell’aspirante councilman sono entrambi emigrati da Borgetto in provincia di Palermo. Il padre Gaetano é arrivato a New York nel 1959 assieme ai suoi genitori e sei fratelli; la madre Maria Concetta Amato é arrivata nel 1972. “Mio padre” racconta Leonardo ” ha iniziato a lavorare nelle costruzioni edili perché da primogenito doveva aiutare la famiglia, poi ha aperto uno studio ad Astoria per aiutare la comunità locale per le dichiarazione dei redditi, assicurazione e come agenzia di viaggi. Mia madre gli ha dato una mano, ma era principalmente casalinga”. L’idea del servizio pubblico che ha ereditato dal padre lo ha spinto ad entrare in politica. “Ho studiato alla Bocconi a Milano ed ho due lauree in economia dalla New York University e Columbia University. Potevo benissimo andare a Wall Street, invece ho scelto il servizio pubblico, specializzandomi nel campo scolastico ed ho co-fondato una scuola pubblica superiore a Manhattan [la Urban Assembly Media] che oggi conta 500 studenti”, spiega.

Il seggio di councilman é di solito un gradino per arrivare alla candidatura a sindaco (infatti l’attuale sindaco di New York City, Bill De Blasio é stato prima un councilman), quindi chiediamo se anche questa sia una sua meta. “La mia meta é aiutare la comunitá che dovrò rappresentare. Non ho altri piani”, afferma. Chiediamo di spiegare il ruolo del councilperson, visto che questa carica non é molto chiara ai cittadini che, in caso di bisogno ed aiuto, tendono a rivolgersi ai loro rappresentati presso il governo federale. “Il ruolo del councilperson é molto importante a livello locale” spiega Bullaro, “perché solo al City Council si possono risolvere problemi inerenti alla sicurezza stradale, alla raccolta dei rifiuti, la criminalitá, e persino il livello del rumore. Oltre ad approvare il bilancio comunale, il City Council — che in pratica é la legislatura della città — supervisiona ben 40 agenzie municipali”, conclude.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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