Milano, 14/02/2024 – Le aziende operanti nel settore dei trasporti, in crisi in tutta Europa, Italia inclusa, potrebbero trovare ristoro dopo la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 1° febbraio 2024 che conferma la sanzione di 880 mln € imposta dalla Commissione europea nel 2017 a Scania per la partecipazione al cartello anticoncorrenziale dei camion. Per i possessori di autocarri medi (tra 6 e 16 tonn.) e pesanti (oltre le 16 tonn.) dei principali marchi (Scania, MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF) si apre così una nuova finestra temporale per chiedere il risarcimento dei danni subiti: per 14 anni, dal 1997 al 2011, i suddetti costruttori di autocarri hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi dei listini all’ingrosso dei camion e sul trasferimento ai clienti dei costi per conformarsi a norme più rigorose in materia di emissioni. A sostenerlo è Deminor, società internazionale che offre servizi di litigation funding, nata nel 1990 a Bruxelles, che ha già avviato in Europa azioni collettive contro il cartello dei camion per un valore di oltre 130 milioni € e sta assistendo anche alcuni autotrasportatori italiani tramite il proprio ufficio milanese.
La società di litigation funding – attività d’investimento tramite cui un fondo specializzato, estraneo alla controversia, sostiene le spese legali per una parte in giudizio e riceve come compenso una quota delle somme incassate dalla parte solamente in caso di esito favorevole (in ipotesi di soccombenza il fondo perde l’intero investimento e la parte non sostiene alcun costo) -, afferma che il cartello ha interessato l’intero SEE – Spazio Economico Europeo (i 27 Stati dell’Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia). Oltre ai danni derivanti dal sovrapprezzo, stimato dagli esperti intorno al +10%, le vittime del cartello possono richiedere anche gli interessi e la rivalutazione monetaria dalla data di acquisto, leasing o noleggio. Poiché il cartello si è verificato diversi anni fa, gli interessi e la rivalutazione possono comportare un aumento significativo dell’importo richiesto a risarcimento del danno.
Deminor – nota in Italia anche per assistere numerose aziende nell’azione di risarcimento danni contro i membri del cartone ondulato, che ha alterato i prezzi degli imballaggi in cartone ondulato dal 2005 al 2017 – ha ricostruito la cronologia della vicenda del cartello dei camion. Il 19 luglio 2016 la Commissione europea ha irrogato una multa pari 2,93 miliardi € a cinque produttori europei di autocarri. Secondo la Commissione, MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF hanno costituito un cartello in relazione a: 1 – il coordinamento dei prezzi dei listini all’ingrosso degli autocarri medi e pesanti nello Spazio economico europeo (SEE); 2 – la tempistica di introduzione delle tecnologie di riduzione delle emissioni per autocarri medi e pesanti al fine di renderli conformi alle sempre più rigorose norme europee sulle emissioni (da Euro III fino a Euro VI attualmente in vigore); 3 – il trasferimento ai clienti dei costi delle tecnologie di riduzione delle emissioni. In particolare, la Commissione ha riscontrato che tra il 1997 e il 2004 i cartellisti hanno tenuto riunioni al margine di fiere, eventi simili e contatti telefonici. A partire dal 2004 i contatti sono avvenuti per lo più per via elettronica.
MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF hanno raggiunto un accordo transattivo con la Commissione, ammettendo la loro colpevolezza e ottenendo una riduzione della sanzione.
Il 27 settembre 2017, la Commissione ha irrogato a Scania una multa di 880 milioni € per la sua partecipazione al cartello. Scania, a differenza degli altri cartellisti, non ha partecipato all’accordo con la Commissione e, di conseguenza, il procedimento è proseguito in via ordinaria. Scania ha presentato un ricorso al Tribunale dell’Unione europea ma, con sentenza del 2 febbraio 2022, il Tribunale ha respinto integralmente il ricorso. L’8 aprile 2022 Scania ha presentato nuovamente ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea avverso la sentenza del Tribunale. Il 1° febbraio 2024 la CGUE ha rigettato il ricorso di Scania confermando la multa imposta dalla Commissione.
“Le aziende che operano nel settore dei trasporti – dichiara Charles Demoulin, CIO di Deminor –, stanno soffrendo a causa, oltre che di difficoltà storiche, per le conseguenze del disordine geopolitico. Una buona notizia, tuttavia, riguarda la recente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea, che apre una nuova finestra temporale per le aziende operanti nel settore degli autotrasporti, le quali possono agire contro Scania per ottenere il risarcimento del danno subito a causa delle condotte anticoncorrenziali poste in essere dal cartello dei camion. Tale possibilità sussiste anche per le aziende che hanno acquistato, noleggiato o preso in leasing camion dagli altri produttori e non direttamente da Scania. La Commissione ha più volte incoraggiato le vittime di tale comportamento anticoncorrenziale perpetrato dal cartello dei camion a far valere il proprio diritto ad ottenere il risarcimento del danno davanti ai tribunali nazionali.”
“È un provvedimento importante – spiega Giacomo Lorenzo, senior legal counsel e responsabile dell’ufficio italiano di Deminor – che interessa i settori del trasporto e della logistica. Con la sentenza resa il 1° febbraio 2024 si riapre la possibilità a chiunque abbia acquistato camion dai cartellisti (Scania, MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF) di agire nei confronti di Scania per ottenere il risarcimento del danno subito a causa dell’intesa anticoncorrenziale protrattasi dal 1997 e 2011. Ciò è possibile in quanto Scania risponde solidalmente delle condotte illecite e dei danni cagionati anche dalle altre società facenti parte del cartello dei camion.”
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