Gli Spallone erano una famiglia di medici ed erano comunisti, comunisti ortodossi legati ai vertici del Partito, diventati nel tempo medici curanti dei pezzi grossi dello stesso. Primo dopoguerra, naturalmente partigiani durante questa, uno di loro andò a fare l’operaio nella Jugoslavia di Tito, a costruire ferrovie, contributo alla costruzione dello stato socialista che aveva sperato di esportare il socialismo anche in Italia se non fosse stato per gli inglesi di Churchil, non per gli americani che avevano concesso tutto a Stalin o per dabbenaggine o per calcolo.
Forse per assestare un colpo definitivo alla vecchia Europa, che guerre fratricide avevano dissanguato e distrutto, ma che dava ancora mostra di voler esercitare un potere sul mondo che era stato millenario e che credeva consustanziale a se stessa. In questa ottica il fascismo con la componente radicale del nazismo era stata in qualche modo il canto del cigno della vecchia Europa che cercava di imporsi sulle due potenze emergenti della Russia e dell’America, con gli ismi e i miti che portavano, nuovi ed estranei alle tradizioni europee, anche se qui erano sorti all’inizio.
Dunque medici gli Spallone, curanti di Togliatti sino all’ultimo. Quando questi si ammalò a Yalta corsero come Eustachio corse alla volta di Fossombrone dove giaceva il suo benefattore cardinale Della Rovere, e benefattore fu Togliatti nei loro confronti al quale giurarono fedeltà assoluta. Come in occasione di un monsignore gesuita, perché il potere contamina e si espande e non ha frontiere, dunque i comunisti allora fascinosi anche per l’altra chiesa, la Chiesa appunto. E dunque dovendosi recare in Vaticano di sera a visitare il prelato andò a chiedere il permesso a Togliatti, che naturalmente lo dette con entusiasmo. Quando la mattina dopo si svegliò nella camera che gli avevano approntato, la suora depose sul comodino una tazza di caffè e una copia del giornale L’Unità. Cose da istituzioni e umanità superiori, classe e raffinatezza che si sono perse nei meandri della modernità.
Poi ci furono problemi nelle cliniche di proprietà della famiglia, poi l’età e i malanni se li portarono via uno dietro l’altro i fratelli Spallone. Uno di questi era in qualche modo folignate acquisito, perché aveva sposato una bella ragazza della nostra città, e spesso lo si vedeva in giro nelle strade del centro. Da alcuni anni la figlia del più grande degli Spallone ha riaperto una clinica del gruppo con il nome di Nuova clinica Annunziatella in zona EUR a Roma. Sono scomparse le frequentazioni dei dirigenti comunisti, non c’è più nemmeno il PCI, ma continua ad essere oggi come ieri la clinica di riferimento dei gesuiti di Roma.
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