Che poi, detto tra noi...

Il mio corpo mi aveva tradito… la mia testa MAI!

Era da tempo che volevo scrivere qualcosa sulla corsa, qualcosa che spiegasse perché ad un certo punto ho iniziato a correre. Addirittura a correre una maratona.

Tutti noi abbiamo corso, da piccoli la corsa è naturale, quasi per tutti, si corre per gioco, per sfuggire alla ciabatta della mamma, insomma si corre perché ci si diverte, anche i piccoli piccoli appena imparano a camminare subito che vogliono correre.

Poi si cresce e non si corre più, almeno non nel senso vero della parola, corriamo tutto il giorno dietro a mille affanni. E stranamente la corsa ci viene in aiuto proprio quando abbiamo bisogno di fermarci. E allora ieri avevo bisogno di “staccare” il primo impulso è stato di buttarmi sul divano, copertina e tv, visto che pioveva… poi quasi come un automa mi sono messa i miei vestiti da corsa, le scarpette e sono uscita sotto una pioggia battente.

Perché? Perché oltre che andare a faticare dovevo farlo anche sotto una pioggia che prometteva solo tanta altra pioggia? Perché nella mia testa c’era qualcosa che andava scastrato, c’era qualcosa che stava insinuando che non ero abbastanza.

Ho iniziato a correre da casa mia verso via Terrano, i primi km il pensiero era sempre fisso lì “Non ce la farai” poi ho iniziato ad accusare la fatica, le gambe andavano, il fiato un po’ meno, continuavo a correre ed il pensiero ad un certo punto, come se ci fosse un’interferenza, un interruttore, iniziava a visualizzare altro, “il momento” quel momento lì, non potevo concentrarmi su nient’altro… la fatica iniziava a suggerirmi di fermarmi e riprendere fiato, ma no… “arrivo fino a quel palo poi recupero”… supero il palo, “allora mi fermerò appena finita la salita”, intanto il cuore pompava, e la pioggia aveva già inzuppato tutti i miei vestiti e le scarpe e aveva lavato via i miei pensieri.

Correre sotto la pioggia, esperienza “purificatrice”.

Le auto passavano e tentavo di ripararmi dagli schizzi, poi ad un certo punto neanche più quello ero fradicia, lacrime e pioggia ero libera… la corsa è sofferenza, è gioia, è forza e puoi contare solo sulla tua, nessuno può fare niente quando ti senti solo, quando davanti a te c’e solo asfalto e salita, nessuno può togliere la tua sofferenza neanche l’amore più grande può nulla e la corsa è lì a ricordarti che solo tu puoi arrivare all’obiettivo, al traguardo… puoi contare solo sulle tue gambe e quando non puoi contare nemmeno su quelle allora solo la tua testa può fare il miracolo.

Così è nella vita, anni fa mi sono trovata di fronte alla notizia più brutta che si possa ricevere, ero sola, il mio corpo mi aveva tradito…la mia testa MAI!

Condividi

Ultimi articoli

A proposito di violenza sulle donne

Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…

27 Novembre 2024

Ai e search engine, quale futuro per i contenuti?

Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…

25 Novembre 2024

I principi del successo

L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…

25 Novembre 2024

Slow Productivity, produttività lenta. Un ossimoro, almeno a prima vista

Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…

25 Novembre 2024

Di bellezza si vive

Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…

25 Novembre 2024

AI ultima frontiera: ChatGPT 4o with canvas

Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…

9 Novembre 2024