Parola di Direttore

Il Principe di Giggino

Caro Giampaolo, quanto accaduto a proposito del decreto legge fiscale e delle norme in esso contenute a proposito della “pace fiscale” (leggi condono) dimostra ampiamente i profondi studi compiuti dal Vice Presidente del Consiglio nonchè capo politico del Movimento 5 Stelle nel campo scienze politiche e quanto abbia appreso dalla lettura di un testo fondamentale in proposito quale è “Il Principe” di Nicolò Machiavelli.

Caro Mario, parlare di “profondi studi” mi pare azzardato. Quanto poi alla lettura del “Principe” di Machiavelli lo escluderei nel modo più assoluto. Credo piuttosto che il nostro giovane vicepremier abbia un auricolare attraverso cui gli giungono in ogni occasione suggerimenti (a volte ordini) del Capo del movimento. Lui non legge il verbale del Consiglio dei Ministri o lo legge ma non capisce e quindi approva il decreto del condono fiscale. Telefonata di protesta di Fico e compagni a Casaleggio. E Giggino è costretto ad andare in Tv per dichiarare che avrebbe denunciato al Procuratore della repubblica il falso contro ignoti. Al Truce gli va per traverso il pranzo con Putin (ognuno è libero di scegliersi il padrone che più gli piace) e dichiara da Mosca “Giggino è un bugiardo”. Alzare questa ridicola pantomima a livello di Machiavelli mi sembra esagerato.

Caro Giampaolo, tu che per tanti anni hai fatto una intensa attività politica non puoi non cogliere quanto sia coerente con il pensiero di Machiavelli il comportamento del vicepremier. Annotava lo scrittore e politico fiorentino già qualche secolo fa che il Principe, il capo, per governare deve essere capace di simulare ed al tempo stesso di dissimulare: in termini semplici, deve nascondere ciò che fa e mostrare di fare ciò che invece non fa. Sembra facile ma non lo è, provare per credere. Per riuscire, oltre che una faccia pulita pulita, un abbigliamento irreprensibile ed una lingua sciolta, occorre cinismo, intelligenza, spregiudicatezza, grande fiducia in se stessi: tutte caratteristiche cha al gran capo pentastellato sembrano non mancare.

Certo delle sue grandi possibilità in questo senso, ha approvato in Consiglio dei Ministri, stando a quanto afferma l’altro Vice Presidente del Consiglio Salvini, il decreto legge depenalizzando le frodi fiscali e condonando anche le somme di denaro trasferite all’estero. Ma la sua adesione ad un provvedimento contrario a molti principi in materia fiscale da anni sostenuti dal Movimento 5 Stelle ha provocato dure reazioni ostili all’interno del Movimento, non esattamente informato di quanto avvenuto (I fase: dissimulare). Una volta emerse le critiche qualche cosa doveva essere fatto, pena il calo del carisma del capo vittorioso che proclama la vittoria nientemeno che dal balcone di Palazzo Chigi.

Caro Mario, “simulare e dissimulare”. Lo possono praticare utilmente soltanto coloro che assumono su di se la responsabilità del governare. Ma noi ci troviamo difronte ad una “sceneggiata dei guappi”. All’ennesimo atto di sabotaggio della credibilità del nostro paese. Se n’è accorto persino l’avvocato Conte a Bruxelles, mentre faceva la parte del presidente del consiglio italiano.

La sceneggiata dei Guappi. Photo credit: Vesuvio Live

Caro Giampaolo, ancora una volta l’insegnamento di Machiavelli ritorna di prepotente attualità: per il Principe non c’è altra via che simulare. E’ stato questo lo schema di comportamento di Di Maio quando ha denunciato pubblicamente l’introduzione di modifiche al testo del decreto approvato, guarda caso proprio quelle più indigeste per il suo Movimento. Nessuno può affermarlo con sicurezza, ma ci sono prove inconfutabili che la manomissione non sia avvenuta: un uomo politico di lungo corso come Giulio Andreotti sosteneva che a pensar male si fa peccato, ma qualche volta si indovina.

Comunque tutta la vicenda sta a significare ancora una volta il dilettantismo nell’arte di governo del (forse troppo) giovane leader, che è arrivato al punto di ritenere che attraverso un referendum senza quorum i cittadini potranno darsi le leggi che ritengono più opportune… Ma, a parte l’implicito disprezzo del Parlamento che simili tesi sottintendono, il duro lavoro allo stadio San Paolo di Napoli ha mai lasciato il tempo a questo Capo politico di dare una pur sommaria lettura a quella Costituzione cui ha solennemente giurato fedeltà  quando è divenuto ministro  della Repubblica? Le  sue idee sulla democrazia forse potrebbe cercare  di  realizzarle in un altro luogo, ma per favore risparmi l’Italia, un Paese che nella sua storia ha gia più volte subito le invasioni barbariche…

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Giampaolo Sodano

Artigiano, mastro oleario, giornalista e dirigente d’azienda, Giampaolo Sodano è nato a Roma. Prima di vincere nel 1966 un concorso ed entrare in Rai come funzionario programmi svolge una intensa attività pubblicistica come critico letterario e cinematografico. Nel 1971 è giornalista professionista. Nel 1979 è dirigente d’azienda della RAI. Nel 1983 è eletto deputato al Parlamento. Nel 1987 torna all’attività professionale in RAI ed è nominato vice-presidente e amministratore delegato di Sipra e successivamente direttore di Raidue. Nel 1994 è direttore generale di Sacis e l’anno successivo direttore di APC, direzione acquisti, produzioni e coproduzioni della Rai. Nel 1997 si dimette dalla RAI e diventa direttore di Canale5. Una breve esperienza dopo della quale da vita ad una società di consulenza “Comconsulting” con la quale nel 1999 collabora con il fondo B&S Electra per l’acquisizione della società Eagle Pictures spa di cui diventa presidente. Nel 2001 è eletto vicepresidente di ANICA e Presidente dell’Unidim (Unione Distributori). Dal 2008 al 2014 è vicepresidente di “Sitcom Televisione spa”. E’ stato Presidente di IAA. Sezione italiana (International Advertising Association), Presidente di Cartoons on the bay (Festival internazionale dei cartoni animati) e Presidente degli Incontri Internazionali di Cinema di Sorrento. Ha scritto e pubblicato “Le cose possibili” (Sugarco 1982), “Le coccarde verdemare” (Marsilio 1987), “Nascita di Venere” (Liguori editore 1995). Cambia vita e professione, diventa artigiano dell’olio e nel 1999 acquista un vecchio frantoio a Vetralla. Come mastro oleario si impegna nell’attività associativa assumendo l’incarico prima di vicepresidente e poi direttore dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO). Con sua moglie Fabrizia ha pubblicato “Pane e olio. guida ai frantoi artigiani” e “Fuga dalla città”.

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