Diario di una quarantena

La colpa ,la pena e il guadagno

Di Mattia Baldi

“22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco che l’uomo è diventato come uno di noi, conosce il bene e il male! E ora facciamo sì ch’egli non stenda la sua mano e non prenda anche dell’albero della vita, così che ne mangi e viva in eterno!».


23 E il Signore Dio lo mandò via dal giardino di Eden, per lavorare il suolo donde era stato tratto. 24Scacciò l’uomo, e dinanzi al giardino di Eden pose i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire l’accesso all’albero della vita.” (Genesi,III,22/24).

Ad ognuno a cui è stata impartita l’educazione cristiana, è stato detto che la tentazione del serpente, interpretato come satana, è stata il fallimento dell’uomo agli occhi di Dio che ci ha condannato alla mortalità e alla fatica.

Ma quanto si apprezza di più un pezzo di pane caldo? dopo aver coltivato il grano con sudore ed averlo impastato con il lavoro delle tue mani. Con quale occhio ammiriamo le meraviglie del mondo umano quando realizziamo che tutto ciò è frutto dell’ingegno umano e della sua fatica? Il lavoro, il fatto che esso sia per sua definizione, sfiancante, ci permette di apprezzare meglio ogni impresa, dalle più piccole, come un pezzo di pane, alla più grande, come le Grotte di Longyou.

Allo stesso modo, che senso avrebbe la vita se essa durasse in eterno? Ogni nostra azione, ogni nostro momento con gli altri perderebbero completamente di significato se si potesse averli per certi in eterno. L’essere umano apprezza ciò che non può avere o ciò che perderà, così ogni azione ed ogni momento di gioia vengono valorizzati dall’uomo in quanto consapevole che essi siano limitati ed unici.

Si dice ,difatti ,che i nonni ti amino più di tutti perché sanno che potranno stare con te per molto poco. Si dice che i bambini della Syria e dell’Africa giochino più intensamente, godendosi ogni minima cosa, poiché circondati dalla fredda verità che tutto potrebbe essere loro tolto in un istante, ogni volta che il cielo si infiamma. Essi per molto tempo sono stati gli unici in grado di apprezzare il dono della Vita.

Noi occidentali siamo stati corrotti da un altro demone, il Consumismo, a cui alcuni vi associano addirittura la figura dell’Anticristo. In un mondo che corre non vi è il tempo di assaporare nulla e lo si rimpiange nel momento in cui lo si perde. La tecnologia è così veloce che scandisce il tempo stesso, ogni anno è dettato dall’uscita del nuovo modello di smartphone, venerato dall’uomo occidentale come nuovo messia, per poi maledirlo e gettarlo via alla presentazione del nuovo modello. Il consumismo va talmente di fretta che non vi è nemmeno più la possibilità di acquistare un modello, lo si deve prendere a riscatto dalle grandi compagnie, equivalenti terrene dei re infernali Baal e Belzebù, vincolando la propria anima ed il proprio tempo, prima del denaro. Siamo costretti a correre così velocemente che giungiamo al traguardo ultimo prima di rendercene conto, senza aver assaporato il brivido della corsa.

Le relazioni interpersonali sono state soppiantate dalle relazioni digitali, la totale perdita di contatto umano ha catapultato l’uomo in un mondo talmente immerso nella guerra e nella mala politica che oramai la consideriamo fondamentale per mantenere la pace, opera che non sarebbe riuscita nemmeno al miglior Agaliarept.
Almeno così era prima della forzata quarantena dettata dal demone COVID-19. Per qualche strano meccanismo umano l’essere circondati da morte e pestilenza ci ha portato a riscoprire i valori dell’opera di Dio.

Il quesito “quando esce il nuovo smartphone” è stato rimpiazzato da “quando potremo uscire da tutto questo”. L’attesa trepidante di andare a vedere il nuovo film di guerra si è tramutata nell’attesa di andare a fare visita ai propri cari. Improvvisamente tutti noi ci siamo ricordati che “del doman non v’è certezza”, che ogni secondo speso a farsi amare da sconosciuti sul web avrebbe potuto essere speso in compagnia di chi ci ama davvero.Gli affetti che prima consideravamo scontati e fermi nel tempo ora potrebbero sfuggire in ogni istante dalle nostre mani. Nessuno sa se la propria nonna o il proprio padre malato sopravviveranno all’epidemia e se li si potrà abbracciare di nuovo. L’abbraccio virtuale che per tanto tempo ha appagato il nostro ego ora non compensa più il metro di distanza che ci è imposto. Abbiamo riscoperto quanto sia bello vivere solo dinanzi ad una minaccia di morte.

Farneticatori considerano questo virus una punizione, dibattono sul mandante. Ma Dio o diavolo poco importa, questo virus è stata una benedizione per il nostro corrotto mondo occidentale, poiché noi stupidi esseri umani apprezziamo il dono immenso di Dio della vita solo di fronte alla morte In futuro, quando il COVID verrà esorcizzato ,ricordate genti questo insegnamento: presa consapevolezza dell’ineluttabilità della Morte apprezzeremo ogni piccola cosa della Vita.

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