Di Dom Serafini
L’agenzia stampa Reuter ha riportato che il presepe allestito quest’anno a Piazza San Pietro “ha confuso e rattristato molte persone”. Il “New York Times” invece, nel dedicare al presepe del Vaticano un’intera pagina nella sua edizione della scorsa domenica, ha messo in evidenza l’opinione di un’intervistata a cui piace “perché questi non sono tempi tradizionali e non abbiamo bisogno di un presepe tradizionale”.
Ogni anno la Santa Sede allestisce un presepe differente, e la linea modernista del presepe di quest’anno viene espressa con un lavoro realizzato da studenti dell’Istituto d’arte abruzzese Grue di Castelli, in provincia Teramo, tra il 1965 a il 1975. Si é fatto presente che proprio alla corsa allo spazio di quegli anni sono dedicate le figure degli astronauti del presepe. In Piazza San Pietro sono esposti solo 20 pezzi della fragile collezione, composta da 54 statue complessive.
Secondo il “Times” (che ha corredato l’ articolo con un disegno della posizione dell’Abruzzo nello stivale, poiché regione sconosciuta a molti americani), le critiche per il presepe troppo modernistico rappresentano solamente una scusa per i conservatori di criticare Papa Francesco.
Il “Presepe monumentale di Castelli” é formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale ed è considerato un oggetto di arte contemporanea che affonda le sue radici nella tradizionale lavorazione della ceramica castellana. Castelli è famosa in tutto il mondo per le sue ceramiche e li sono nate le decorazioni per l’albero di Natale in ceramica.
É stato scritto anche che in questo presepe abruzzese si trovano richiami alla storia dell’arte antica, dall’arte greca a quella sumerica, passando per la scultura egizia. In alcune figure si ritrovano la sperimentazione e il rinnovamento dell’arte ceramica sviluppati in quegli anni nel liceo Grue. La prima esposizione pubblica del presepe avvenne a Castelli nel dicembre 1965, poi nel Natale 1970 fu portato ai mercati di Traiano a Roma e nel 1975, a cavallo tra Natale e Capodanno, fece un tour a Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv. Tutte esposizioni molto apprezzate dai critici, giornalisti e visitatori.
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