Anna Frank
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E’ vivido nella mia mente quando poco più che bambine, ero una ragazzina delle medie, le adolescenti di allora, lontano da selfie e feste proibite, con i grembiuli neri scampanati e d’obbligo sotto il ginocchio, il colletto inamidato con la sigla dell’istituto delle suore e il fiocco blu, quando nell’ora di cinema, ci proiettarono il film su questa bambina a noi sconosciuta ma era come noi; ne rimasi così colpita, ricordo esattamente come fosse ieri dove ero seduta, la sala, il proiettore che andava e la tristezza che provai quando si accesero le luci a fine proiezione.
Credo sia stato così anche per le mie compagne che da quel momento nessuna e ne sono certa, ha scordato nulla e la nostra coscienza ne fu invasa da quel racconto che seppur giovani e con la voglia di giocare e di correre in cortile, quelle immagini e il suo diario, ci rese consapevoli di quello che la storia ci aveva lasciato e quanto l’orrore perpetrato per noi, non aveva nessun dubbio di essere esistito.
Questa è per me la memoria.
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