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La Pandemia burocratica che uccide il futuro dei giovani

Lettera al Ministro Bianchi

Caro Ministro Bianchi,

avevo salutato con piacere il suo arrivo al Ministero dell’Istruzione, dopo le rotelle dell’Azzolina e le sue dichiarazioni ogni cinque minuti, mi sentito in buone mani…mi dica che non mi sono sbagliata e come me molti altri genitori.

Per me la scuola è sempre stata la cosa più importante in una democrazia, ho dedicato tantissimo tempo e soprattutto energie a quella che è la palestra delle nuove generazioni, non solo come madre. Non ho solo protestato, ho anche collaborato a stretto contatto con i docenti e con chi opera sotto il suo dicastero, lo ho fatto in Italia e all’estero, conosco le regole ed ho sempre rispettato il grande lavoro che tutti fanno. La premessa vale perché non sono una neofita dei meccanismi ed ho rispetto del lavoro altrui, ma la mia esperienza mi ha sempre portato a confrontarmi con tutti e quando dico tutti è proprio così, e anche laddove i sindacati non c’erano.

E allora, Ministro, perché oggi gli unici che possono incontrarla sono i sindacati, i presidi, i docenti, il personale Ata, prefetti e presidenti di Regione..ha mai pensato, le hanno mai consigliato di incontrare genitori e student*, ha mai pensato di andare nelle scuole, di non farsi intervistare dietro una scrivania, ma invece in un cortile, in un’aula piccola o grande, in una palestra? Ha mai pensato di dare un segno di vicinanza a chi subisce le vostre decisioni senza avere voce?

Si è chiesto perché tanti Licei e Scuole superiori hanno occupato quest’anno, nonostante il virus? La verità non è non voler andare a scuola, non è sempre solo la protesta dei soliti politicizzati. Si è chiesto se fosse pedagogicamente valido punire questi ragazz*, si è chiesto se i genitori di questi ragazzi* abbiano apprezzato le lettere delle direzioni scolastiche che invitavano a non incoraggiare le occupazioni e ne stigmatizzavano i gesti. Si è chiesto se fossero evitabili? Li ha letti i comunicati e i documenti scritti dagli studenti?

Tante domande troppe, certo lei deve pensare a milioni di cose, ma la prima cosa a cui deve pensare è al futuro dei nostri figl*, al futuro di tutti i giovani, lei ha nelle mani il futuro del suo Paese, del nostro Paese, lei ha una responsabilità immensa.

Ovunque sentiamo parlare di #NextGeneration, ma siamo consapevoli di cosa sia?

Mi dice perché invece la vita la state complicando a giovani, bambin*, adolescenti che vivono una pandemia fatta di regole e al ritmo incalzante di divieti e ansie.

Mi dice perché la scuola è impegnata solo in burocrazia e voti, voti e burocrazia. Non c’è più nulla se sono in presenza fanno solo didattica di fretta perché si teme la DAD, in classi che a dire dei professor*, soprattutto delle superiori, sono “troppo” numerose, come se quel troppo significasse bisogna eliminarne un po’… Classi pollaio che gli student* e i genitori subiscono, perché non siamo noi a scegliere i numeri.

Si è vero sono vecchi e atavici problemi, ma prima la scuola era anche un luogo di incontro e di dibattiti. Oggi i ragazz* non possono neanche incrociarsi per le scale, non possono stare in cortile ed entrano scaglionati, insomma in classe con mascherine, gelati e congelati con le finestre aperte e terrorizzati dalla DAD perché i prof non hanno fiducia in loro, se si è in presenza si interroga e si fanno compiti, non c’è tempo per parlare di null’altro. E diciamolo Ministro che scuola è?

Io le parlo in particolare dei Licei, Escher nei suoi labirinti descrive alla perfezione i loro movimenti nelle scuole, un po’ come in Metropolis. Si entra in orari diversi così come da decisione presa dai Prefetti, c’è chi vede suonare la campanella alle 9.30 e risuonare alle 14.30 e oltre e poi la corsa ai mezzi pubblici (affollati comunque), per tutto l’anno scolastico senza turnazione. Lei i Prefetti li ha incontrati, ma noi genitori no, sa cosa significa per le famiglie? Ha presente l’organizzazione, la logistica, se si hanno altri figli, se non si hanno aiuti in casa, se si è un genitore solo, se si lavora, se e molti altri se?

Ha presente come si alimentano male i ragazzi, pranzi freddi, mangiati in classe in un angolo per non contagiarsi, oppure fuori scuola di fretta prima di salire sugli autobus, ha presente cosa gli viene e ci viene chiesto? Orari folli come vivere con un perenne jet lag, certo lo fanno anche i docenti ma piccolo particolare i prof mettono i voti e non devono studiare il pomeriggio….e così come dei soldatini dopo il traffico, i mezzi affollati, un panino mangiato al volo tornano a studiare, lo sport non pervenuto e magari qualche distrazione, insomma un perfetto modo di far crescere dei giovani che hanno bisogno di un’adeguata alimentazione e movimento, il famoso benessere auspicato in fase di sviluppo e di crescita tra corpo e mente le dice qualcosa?

Ministro si è mai chiesto che cosa è cambiato dall’inizio dalla pandemia, oltre alle rotelle?

Qualcuno di autorevole ha parlato per la scuola di “pandemia burocratica”, le faccio qualche esempio.

Come mai la DAD non viene attivata in automatico se hai un parente stretto positivo? Non basta il tampone di un parente ci vuole un certificato medico con indicati anche i giorni di quarantena e così si mandano a scuola i ragazz* che per buon senso dovrebbero stare a casa, perché, illustre Ministro Bianchi, i medici ci mettono giorni quando li trovi e se ti rispondono, visto che anche loro smistano carte e hanno riposto lo stetoscopio. Mi dice perché se i dati sanitari sono sensibili e protetti dalla legge sulla privacy si deve dare il green pass via e-mail alle segreterie?

Come mai per il comparto scolastico la vaccinazione è assenza giustificata, mentre per gli studenti non lo è? Anzi a fine quadrimestre possono anche avere qualche conseguenza sui voti?  

Invece se si occupa si grida e si urla contro gli student*, perché il famoso Liceo Berchet ha la DAD dopo dieci giorni nella perfetta ed europea Milano?

Mi auguro che i ragazzi che hanno occupato non subiscano sanzioni anzi gli andrebbe dato un premio per il coraggio, la forza e la voglia di non rassegnarsi alle follie dei provvedimenti.

Questi giovani odiano la politica perché le parole non sono fatti e non bastano le conferenze stampa in cui si dice che la scuola sarà in presenza…un ottimo slogan e poi…un finto baluardo.

Come mai non visitate le scuole non è paura del Covid, temo, ci avete detto che lo prenderemo tutti, è paura della dura realtà è paura di spiegare che ne usciremo insieme solo quando ad un terribile virus che ci affligge smetteremo di dare il colpo fatale con un’inutile burocrazia? Basta con i colori i ragazz* hanno bisogno di arcobaleni, di futuro, di sogni, di essere facilitati, alleggeriti…di dibattere in classe, di litigare e confrontarsi, hanno bisogno di fidarsi, hanno bisogno di capire.

La scuola pubblica ha bisogno di dare un futuro a tutti, dovrebbe essere una sorta di ascensore sociale, i voti vanno dallo 0 al 10, non dimentichiamoci che la scuola è fatta di ragazzi da 10 e ragazzi da 5 e che la vita per fortuna non è un voto ma molto altro, la scuola è crescita, è confronto, è dialogo, è scontro, è voglia di imparare ma non solo e sempre con i voti. Non si tratta di insegnare meno le guerre puniche e più informatica, si tratta di studiare geografia insieme alla storia, si tratta di parlare di guerre attuali, di riforme, di coraggio, si tratta di essere parte di un mondo che va veloce ma non può prescindere dal passato.

E allora Ministro lei seguirà la sua strada tra DPCM, regole, e nuove normative, circolari e proposte, provvedimenti e modifiche, tavoli tecnici e cabine di regia, noi inascoltati (?) andremo per la nostra strada ma che non vi venga in mente di chiedere e di avere la nostra fiducia e i nostri applausi e di credere in voi….noi che con senso di responsabilità abbiamo seguito le vostre regole vogliamo credere nel futuro e cresceremo i nostri figli perché il mondo sia migliore, nonostante tutto.

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Tiziana Buccico

Tiziana Buccico, napoletana verace, classe 1969, da sempre appassionata di politica, cultura e Medio Oriente. Un passato di uffici stampa tra cui l’Istituto italiano per gli Studi filosofici. Poi giornalista di pagine di cultura e società, come “moscone” per i quotidiani “La Città” e "il Corriere del Mezzogiorno”. Ha lavorato per uffici stampa politici e istituzionali (Regione Lazio e Consiglio Regionale del Lazio), organizzando eventi e campagne elettorali. Pezzi di vita vissuti tra Gottingen, Vienna e Parigi, viaggi avventurosi e curiosi. Per otto anni, sino al 2017, è stata in Iran per seguire marito e famiglia ma occupandosi a tempo pieno della Scuola Italiana “Pietro della Valle” di Teheran, come Vice Presidente . Da allora la passione per i viaggi e le culture diverse è cresciuta e si è anche trasformata in una rubrica Treccani dal titolo “Via della Seta”. Rientrata in Italia si occupa di social, politica, giornalismo ed eventi culturali mantenendo così un filo diretto con quella parte del mondo che le ha cambiato la vita. Social media manager dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive.

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