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La pandemia è stata una questione di “o la borsa o la vita”

Lo scorso 8 aprile scrissi che si era a conoscenza dell’epidemia causata dal COVID-19 sin dal 9 gennaio 2020 e che il primo paziente era stato ricoverato a Wuhan, in Cina, il 16 dicembre 2019. Mi sbagliavo. Il 15 aprile mi corressi e scrissi che i governi di tutto il mondo erano a conoscenza del problema dalla fine di novembre 2019. Queste informazioni mi erano arrivate per via indiretta visto che nessun governo ha mai ammesso di esserne stato a conoscenza. Per evitare di essere congedato come complottista, avevo seguito la regola base per cui se si usa una sola fonte, la possibilità che le informazioni siano accurate sarebbe del 25%, e quindi poco affidabili. Se a confermare le informazioni fossero due fonti, l’affidabilità aumenta al 50%. Se poi le fonti fossero addirittura quattro, coinvolgendo scienziati, accademici, militari e servizi segreti, allora l’accuratezza diventa del 100%, quindi per me la notizia era affidabile seppur fosse stata messa in dubbio da un lettore che peró si qualificava come sostenitore del presidente Usa, Donald Trump.

 Il 25 maggio 2020 il giornale “Difesa Online”, specializzato nel settore della difesa (difesaonline.it) pubblica un’analisi di vari commenti pubblicamente rilasciati dal colonnello Luca Parmitano, ufficiale dell’Aeronautica Militare Italiana con 25 anni di servizio e sei missioni spaziali. Nei commenti riportati da “Difesa Online” l’astronauta dichiara:“Già da novembre, avevamo iniziato a seguire i primi contagi, inizialmente soltanto nei paesi asiatici, poi al mio rientro i primi contagi in Europa. Da novembre eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto della gravità che si andava allargando a macchia d’olio proprio in Europa poco prima del mio rientro [dalla missione spaziale “Beyond” del 20 luglio 2019-6 febbraio 2020 con la navicella russa Soyuz]”. 

Considerando che non era stata “Difesa Online” a condurre l’intervista con l’astronauta Parmitano, ho chiesto al direttore della testata, Andrea Cucco, se Parmitano avesse letto l’articolo. “Abbiamo riportato le sue parole pronunciate in due diverse occasioni. [Ma] sul suo profilo facebook ha ritrattato le sue dichiarazioni,” è stata la risposta.

Infatti l’astronauta si scusa per l’errore causato dall’uso di un calendario diverso dal nostro, ma “Difesa Online” non accetta di passare per strumento di disinformazione e mette in rete le due interviste (v.link) che Parmitano aveva rilasciato alla RAI in cui dichiarava che nella navicella si era a conoscenza sin da novembre del 2019 del “probabile contagio pandemico” causato dal COVID-19.

Secondo “Difesa Online” le informazioni sulla pandemia circolavano fra tutti i membri della missione (italiana, americana e russa) e “la Corea del Sud e il Giappone avevano ricevuto le stesse comunicazioni e si erano adeguati perché avevano fatto le terribili esperienze della SARS e della MERS molto da vicino”. 

A questo punto, oltre a chiederci perché Parmitano rischi di scalfire la sua reputazione ritrattando le sue ripetute affermazioni, rimane da chiarire perché gli Usa e l’Europa, in particolare l’Italia, non abbiano preso adeguate misure di prevenzione. La risposta questa volta arriva da fonti del settore finanza (sempre con alta affidabilità): “perché preparativi su vasta scala per affrontare una pandemia avrebbero allarmato le borse mondiali”. Come si dice in questi casi: “O la borsa o la vita!”

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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