Professione Donna

La Passionale – La ragazza di Pozzuoli

La puteolana della passionalità di Sofia è solo l’iceberg di una femminilità altra. Cresciuta tra il Golfo di Pozzuoli, il tempio di Serapide, il Lago di Lucrino, la Grotta della Sibilla, la Solfatara, il Bradisismo, le scosse di terremoto, il Lago Fusaro con la Casina Vanvitelli e le Sorgenti naturali delle Stufe di Nerone è una donna Miticamente Antica. È così radicata alla sua terra natia che non riesce a vedere il futuro senza Pozzuoli.

Tutto può passare su di lei: modernità e post-modernità ma il suo principio di donna dell’antichità la porta a pensare sempre a un uomo che sia la sintesi di creatività e virilità. Non ama le mezze vie. Può laurearsi, studiare all’estero, attraversare i sentieri alti della cultura, ma rimane fedele all’idea che una donna si realizza solo con un vero uomo e concepisce la maternità come scelta di vita.

Infatti, la vita sentimentale di Sofia Loren è dimostrazione lampante di tutto ciò. Sofia, con le energie della puteolana, negli anni Cinquanta tentò la via del cinema e, tuttavia, il suo matrimonio con Carlo Ponti e la sua vita familiare sono testimonianze del rispetto che la puteolana porta verso i suoi valori tradizionali, che restano saldi nonostante il successo.

Sophia Loren (pixabay.com)

Dal Golfo di Pozzuoli, fa propria la magia dell’infinito, ma la sua magia, a differenza della posillipina, è imperniata su valori pratici poiché sa che dal mare arriva l’economia del suo popolo, economia che si rappresenta con quel magnifico Mercato del Pesce che tutti abbiamo frequentato. Dal tempio di Serapide, nel cuore della sua Pozzuoli, apprende la regalità; il Tempio, con le sue colonne e i suoi resti, ancestralmente le ricorda la presenza di Nobili Romani che usavano Pozzuoli come logo di riposo. Dal Lago di Lucrino fa proprio quella calma psicologica che le consente di attraversare tutti i sentieri della sperimentazione pure restando sé stessa. Dalla Grotta della Sibilla, fin da bambina, ha imparato a leggere il proprio futuro senza illusione e presunzione. Dalla Solfatara ha ereditato il calore che poche donne hanno, calore della fisicità, della passionalità, della creatività femminile. Dal bradisismo ha appreso l’alternarsi della vita nell’antico gioco del continuo risorgere e perire. Le piccole scosse di Katastrofis (terremoto) le danno quel piacevole ritmo di vita tra gioco, ironia, trasgressione e produttività di sé, proprio perché cosciente della vacuità della vita; la Casina Vanvitelliana del Lago del Fusaro, la carica di sogni adolescenziali fino a novant’anni. E con queste prerogative la nostra Sofia Loren è facilmente diventata l’ambasciatrice della Femminilità Puteolana nel mondo.

Il partner ideale per la nostra puteolana è un uomo uscito dai film di Scorsese: Virilità e Sensibilità. Generalmente viene scelto dal campionario maschile puteolano, perché istintivamente conosce le coordinate ancestrali su cui si è formata, coordinate per le quali spesso la nostra è triste, gioiosa passionale, furiosa, gelosa (possessivamente), proprio come la sua terra natia. Anche se laureata in biologia, matematica, sociologia, economia e commercio, la sua psiche formativa è sempre protesa a pensare in termini di classicità; per lei non esistono valori aggiunti agli antichi valori della Vita protesa a una perenne opposizione: Ricco contro povero – Bellezza contro bruttezza – Creatività contro opacità – Eleganza dello spirito contro volgarità della materia – Forte contro debole – Vita conto morte.

Questi e tanti altri significati fanno della puteolana una nobile estremista della femminilità post-moderna.

Come dire che in lei tutta la complessità della società moderna, che spesso spinge tante donne a perdere la loro identità antropologica, non ne altera minimamente i valori, cosicché, all’interno della femminilità napoletana, rappresenta dei saldi valori che restano nonostante le incidenze socio-consumistiche della società moderna.

A questo punto verrebbe da dire: “Tutti a Pozzuoli, a chiedere in sposa una ragazza puteolana!”, ma non è facile, perché prima di concedersi la puteolana ha bisogno di sapere se il partner disponga di quella sensibilità d ‘animo necessaria per capire il suo Essere mitologico. Sensibilità che significa innanzitutto, sapere “metaforicamente” prenderla a schiaffi, quando è necessario, poiché nell’uomo vede la sua roccia che come tale deve trasmetterle certezze e sicurezze nei suoi momenti lunatici. Sensibilità che, da parte del maschio, vuol dire apprezzare sempre la sua eleganza e femminilità (apprezzamenti da fare 24 ore su 24) e sapersi confrontare con lei su tutti i temi della cultura della modernità (cultura non intesa come libri, ma come Capacità D’Essere). È necessario inoltre che abbia molto sviluppato il senso della famiglia e che in ultimo, ma non poco rilevante, non sia avaro. Cresciuta, infatti, nell’abbondanza della sua terra, la puteolana è naturalmente altruista e pertanto odia l’avaro. Ecco, queste sono le raccomandazioni per un uomo disposto a sposare una Sofia.

Per questo che il matrimonio di Sofia Loren ha retto tanti anni, perché riteniamo che suo marito, Carlo Ponti, abbia sempre avuto coscienza della donna che aveva sposato e, per tenerla legata a sé tutta la vita ha fatto di Sofia una missione nella quale ha potuto assaporare quanto sia bello vivere con una donna piena di tanta liricità. lui che veniva da un mondo altro, Mitteleuropeo, ha saputo apprezzare la vera femminilità Mittelmediterranea. Carlo Ponti è stato un esempio per tutti noi maschietti e i ha insegnato che, prima di cercar moglie dobbiamo avere coscienza del tipo di donna che deve accompagnarci per tutta la vita, così come Sofia Loren è un esempio per tutte le femminucce.

W Sofia Loren- W Carlo Ponti – W Pozzuoli e, soprattutto, W le Puteolane.

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Salvatore Pica

Dopo l’infanzia trascorsa a Pignasecca, Pica inizia la sua carriera nel mondo del design, del teatro d’avanguardia, dell’arte moderna, tra le feste alla factory di Andy Warhol che lo fotografò insieme ad altri personaggi noti della città per le sue Napoliroid. Disse di se stesso: “Volevo diventare qualcuno, alla fine sono diventato qualcun altro”.

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