Idea-Azione

L’Armando è rock

Improvvisamente un giorno balzano alla ribalta della cronaca personaggi che fino a quel momento erano assolutamente sconosciuti. Basta una “indiscrezione” o come si dice oggi un gossip oppure un’intercettazione telefonica che si scatena la caccia alla vita privata, vizi e virtù finiscono in prima pagina e al tecnologico bar dello sport, chiamato social, si scatena l’orgia dei giudizi di tutti gli uni che valgono uno. Così oggi uno diventa capitano e l’altro finisce sulla croce.

L’altro, l’Armando, l’ho conosciuto: arrivò direttamente da Genova a viale Mazzini. Era il 1991, con i suoi 18 anni e l’aria furbesca e piaciona, sotto lo sguardo protettivo del compagno Ugo, s’intrufolò in un gruppo di giovani talenti che producevano Rock cafè, un programma innovativo di cultura giovanile che il pomeriggio andava in onda su RAI2 con notevole successo. Non successe per caso: il comun denominatore delle radici genovesi con Olcese, Miscioscia, Coruzzi, Benedetta Mazzini facilitò la sua formazione rock e un  apprendistato che presto mise a frutto passando alla concorrenza.

Armando Siri

L’ho perso di vista ma seppi dai suoi amici che si era sposato con una brava ragazza, aveva messo su famiglia ma senza rinunciare ai piaceri delle sue trasgressioni, così come aveva messo su una società di produzione televisiva, ma coltivando la sua nuova passione per la finanza creativa. L’impronta rock non l’aveva perduta. Poi è arrivato il Capitano e con lui il governo del cambiamento. La flat tax l’ho inventata io, più cambiamento di così si muore, pensò l’Armando, devono farmi ministro dell’economia. Ma c’era stato quel brutto incidente della bancarotta che a Giggino creava imbarazzo e allora meglio virare per i trasporti. Il resto è cronaca di questi giorni.  

PS – E qualcuno in giro per l’Italia può ancora credere che a questa storia di una presunta tangente (o mancia) di qualche euro è legata la vita del governo? Ma fatemi il piacere… che lo spettacolo continui. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” scrisse Tomasi di Lampedusa.

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Giampaolo Sodano

Artigiano, mastro oleario, giornalista e dirigente d’azienda, Giampaolo Sodano è nato a Roma. Prima di vincere nel 1966 un concorso ed entrare in Rai come funzionario programmi svolge una intensa attività pubblicistica come critico letterario e cinematografico. Nel 1971 è giornalista professionista. Nel 1979 è dirigente d’azienda della RAI. Nel 1983 è eletto deputato al Parlamento. Nel 1987 torna all’attività professionale in RAI ed è nominato vice-presidente e amministratore delegato di Sipra e successivamente direttore di Raidue. Nel 1994 è direttore generale di Sacis e l’anno successivo direttore di APC, direzione acquisti, produzioni e coproduzioni della Rai. Nel 1997 si dimette dalla RAI e diventa direttore di Canale5. Una breve esperienza dopo della quale da vita ad una società di consulenza “Comconsulting” con la quale nel 1999 collabora con il fondo B&S Electra per l’acquisizione della società Eagle Pictures spa di cui diventa presidente. Nel 2001 è eletto vicepresidente di ANICA e Presidente dell’Unidim (Unione Distributori). Dal 2008 al 2014 è vicepresidente di “Sitcom Televisione spa”. E’ stato Presidente di IAA. Sezione italiana (International Advertising Association), Presidente di Cartoons on the bay (Festival internazionale dei cartoni animati) e Presidente degli Incontri Internazionali di Cinema di Sorrento. Ha scritto e pubblicato “Le cose possibili” (Sugarco 1982), “Le coccarde verdemare” (Marsilio 1987), “Nascita di Venere” (Liguori editore 1995). Cambia vita e professione, diventa artigiano dell’olio e nel 1999 acquista un vecchio frantoio a Vetralla. Come mastro oleario si impegna nell’attività associativa assumendo l’incarico prima di vicepresidente e poi direttore dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO). Con sua moglie Fabrizia ha pubblicato “Pane e olio. guida ai frantoi artigiani” e “Fuga dalla città”.

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