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Le reti si occuperanno di noi?

Articolo di Flavia Macciacchera

Quasi 150 mila visitatori. Risultato più che positivo per la XXIII Fiera Internazionale del libro di Torino. Il risultato è stato definito “record assoluto”, registrando un aumento del 10% rispetto allo scorso anno. Considerando il notevole peso della Galassia Internet in cui siamo quotidianamente sommersi, è un ottimo risultato. Una galassia, per citare Castells, colma di reti che “si occuperanno di noi”, che lo si voglia o no. Il dato che arriva da Torino rassicura: forse quindi si è ancora immuni alla tecnologia o per lo meno si può legittimamente preferire un libro fatto di fogli ed inchiostro ad un tablet di ultima generazione. Il progresso e l’avanguardia tecnologica sono in primis una questione di business, si sa. Il colosso made in USA Apple ha costruito il suo impero di cristalli liquidi in poco più di trent’anni, mentre la chiusura di piccole e medie imprese ormai non fa più notizia.

A fare notizia sono invece le ombre della rete, ma poco spesso sono ritenute degne di una prima pagina. I guai causati dalla rete infatti, si celano elegantemente dietro i layout di notizie fake pubblicate su giornaletti virtuali, dietro al trionfo delle vendite on line, dietro all’inquietante scoperta di disturbi come quelli di cui soffrono gli hikikomori. Questo è il termine coniato per rappresentare la nuova piaga che costringe i millennials (e non solo) a murarsi nella sicurezza delle proprie stanzette rinunciando a qualsiasi contatto con la società, per dedicare le proprie attenzioni esclusivamente al pc.

Le reti si occuperanno di noi?

Se ci sia un’altra faccia della medaglia? A ben guardare, nella giungla del regno on line, si nascondono meriti impercettibili ed abbondantemente sottovalutati. Un esempio? Assistiamo sempre più spesso a veri e propri casi di boicottaggio avvenuti per mano di consumatori virtuali. Questa potrebbe costituire una democratizzazione degli strumenti di comunicazione ed anche un potente megafono per trasmettere la propria voce ovunque. Il posto privilegiato che la tecnologia occupa nelle nostre vite 2.0 fa del consumatore di prodotti virtuali un vero e proprio detentore di potere. Che questo sia o meno tangibile poco importa, ciò che conta si misura a suon di visualizzazioni e quantità di followers. Basta infatti un semplice click ed una discreta manciata di sostenitori per creare una piccola rivoluzione nel sistema. Una rivoluzione nella più grande rivoluzione dei mass media del XXI secolo.

Barlume di giustizia sociale o abuso dei social network? Domanda a risposta aperta, ma certo è che, la democrazia continuerà fino a quando gli individui dialogheranno, si scambieranno i loro essere persone per costituire il mondo di domani, un mondo che possibilmente sia più umano e più giusto.

Click ma non solo: idee, parole, libri, dialogo, cultura costituiscono di certo il più grande nemico della Galassia 2.0.

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