Può apparire talvolta di destra o di sinistra e pure populista, ma non ha alcuna colorazione, né cerca consensi. Vuole solo indurre chi lo legge a riflettere come tutti gli uomini liberi dovrebbero poter fare
Esce dall’Europa dove la monarchia è presa ancora sul serio per mettersi sotto la protezione degli Stati Uniti e subirne la colonizzazione. Rinuncia così – il premier non l’ha capito – al prestigio che fuori dal nostro provincialismo non avrà più. Ritirato il ponte levatoio sulla Manica il paese ripristina le sue frontiere naturali. I clandestini non sanno nuotare e non toglieranno più il lavoro alle Lady che anelano di fare le badanti. Non si accoglie più nessuno che non parli inglese e non abbia una specializzazione. Pazienza se, poi, gli spaghetti verranno scotti e la pizza avrà il sapore del pudding.
Non si sente più parlare della Camorra. È come se non sia mai esistita, spazzata da bimbi che giocano a fare i criminali e si fanno ammazzare. Nessuno dovrebbe morire a 15 anni. Chissà perché il Rolex esercita un tale fascino a Napoli sui piccoli delinquenti da rischiare la vita. Sconfitta l’epidemia, Presidente, é urgente combattere quest’altro virus, che sembra uccidere di meno ma è ancora più pericoloso perché sconvolge la città, oggi invivibile. Gli adulti distruggono, poi, il pronto soccorso, reato considerato minore da una procura travolta anch’essa dalla criminalità ormai endemica.
Come biasimare i direttori sanitari e scientifici che hanno finalmente l’occasione di apparire in TV e sui giornali? Ogni giorno aumentano i morti nelle zone rosse e le conferenze stampa. Paralisi delle attività sociali e commerciali. Si ferma persino lo sport. Il governo non c’entra nella. Le notizie allarmanti vengono dagli ospedali e dai media. Gli stranieri più furbi, se muore un anziano affetto da grave forma di polmonite o chi ha un tumore all’ultimo stadio, attribuiscono il decesso a quella malattia, non al Coronavirus. Ecco perché oggi untori non sono più i cinesi, ma quei fessi degli italiani.
Sono molteplici e non facili da classificare le sfaccettature dell’idiozia. Gli imbecilli hanno una tale vastità di risorse che, se sapessero agire al contrario del loro istinto, sarebbero geniali. Riescono, per futili e insignificanti motivi, senza alcun vantaggio, a mettere a repentaglio la propria salute. Si trovano esempi ogni giorno, ovunque. Un caso inedito si è verificato al posto di blocco di una zona rossa del lodigiano. 18 persone hanno eluso i controlli – alcuni per entrare, altri per uscire di soppiatto dai luoghi dove il virus ha maggiore pericolo di contagio – solo per fare visita ai parenti.
Gli anziani, seppure soggetti più a rischio, non drammatizzano. Ne hanno viste di tutti i colori nella loro complicata esistenza. Hanno imparato a subire, stringendo i denti, e sanno che le disgrazie si affrontano con rassegnazione. Per i giovani, invece, che non hanno conosciuto la guerra, né la fame e neppure il terrorismo, il virus è il primo disagio che affrontano da quando sono nati. Non è un bene, ma un’occasione perché capiscano che la vita non è solo piacere. Quando supereremo l’epidemia nulla sarà più come prima. Saranno tutti più maturi e consapevoli delle responsabilità.
Ma che importa se salta il giro d’Italia e la Milano Sanremo, se la Coppa d’Europa di Calcio verrà rimandata di qualche mese e se le Olimpiadi di Tokio saranno disputate in autunno? Gli alunni sopravvivranno anche se non si completerà il programma scolastico. Non è grave neppure se il campionato di Serie A viene falsato da partite senza pubblico. Nulla è più importante e urgente che cercare di bloccare l’epidemia e salvare alcune vite umane, magari di qualche vecchietto inutile. Tanto, siamo abituati alle crisi economiche. Perché drammatizzare proprio ora che c’è di mezzo la salute?
Rischia l’ergastolo il carabiniere che, anche per proteggere la fidanzata, si è difeso dal rapinatore mascherato che gli aveva puntato la pistola alla tempia per rubargli l’orologio. Poi risultò essere un bambino. All’inizio accusato di eccesso di legittima difesa, ora è indagato per omicidio volontario. Quando saranno ascoltati i testimoni attendibili – chissà se tra quelli che distrussero l’ospedale – rischierà l’aggravante della premeditazione. Infatti, pare che abbia fatto in modo di essere aggredito per potere poi uccidere il ragazzo innocente. In questa società non è solo la maionese a impazzire.
Queste riflessioni sono indirizzate soprattutto agli intellettuali, agli artisti, ai professionisti, al ceto produttivo e alle persone probe perché riflettano sul loro ruolo di guida della società cui hanno abdicato. Chi per ambizione o per bramosia di denaro, chi semplicemente per indolenza o perché mal consigliato, si sono tutti aggregati alla massa di questuanti che sostengono il potere e ne mendicano le briciole. Andiamo di male in peggio da quando il ceto medio si è disciolto, lasciando il paese senza esempio né cultura, e neppure coscienza. La borghesia deve riappropriarsi delle prerogative che le sono naturali per restituire dignità e diritti alla povera gente.
Sono pensieri di costume e anche politici, ma sempre al di sopra delle ideologie e dei partiti. Se ti piacciono – anche se non le condividi – divulgale liberamente, trasmettendole agli amici o pubblicandole, senza doverne chiedere l’autorizzazione né citare la fonte. Magari, facendocelo sapere per ringraziarti. L’importante è che tutti, di qualsiasi tendenza, siano stimolati a riflettere per evitare di farsi manipolare. Se, invece, non ti interessano o addirittura ti infastidiscono, non avere l’imbarazzo di farcelo sapere francamente con una email per sospenderle.
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“Viaggio nella vita” è un libro di filosofia in cui, per renderlo più gradevole, la teoria è stata sostituita da aneddoti. Esorta i giovani a non imitare noi genitori e nonni che, trasgredendo le regole più elementari della convivenza civile e assecondando una politica condotta da mediocri, gli abbiamo complicato la vita e compromesso il futuro.
Solo la nuova generazione può salvare l’Italia, sorvegliando che nessuno si ritenga più furbo di altri. Se no, crollerà tutto. Se a corrompere e rubare sono solo i delinquenti – com’era un tempo – la società può ammortizzare il danno. Se, invece, a trasgredire sono tutti, il fallimento è inevitabile, anche per coloro che lo hanno causato.
Il libro trasporta il lettore in una favola nella quale si immedesima, diventandone protagonista felice. Al termine della lettura, tornando alla triste realtà, si rende conto che non si è trattato di un sogno ma della vita che tutti potremmo vivere se ognuno di noi si comportasse un po’ meglio.
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