Lettera da

New York-Roma con un volo COVID-free: il rapporto

Di Dom Serafini

La cosa assolutamente necessaria da portare in aeroporto quando ci si imbarca per un volo COVID-free da New York City-JFK a Roma-Fiumicino, è una… penna, e presto si capirà il perché.

            Partiamo dalla documentazione necessaria per salire a bordo del volo Alitalia. Esistono diversi moduli scaricabili dal sito della compagnia aerea, oppure da quello del suo partner in code-share (in questo caso Delta, da cui ho acquistato il biglietto), o del Ministero degli Esteri italiano, da quello del Ministero della Salute e della clinica che ha effettuato il necessario tampone prima di partire. Tra i vari moduli da riempire vi é anche un “Modulo di localizzazione digitale dei passeggeri dell’UE”. A parte il documento per attestare che il passeggero é negativo al COVID-19, tutti gli altri risultano inutili perché, una volta raggiunta la zona del check-in, vengono consegnati dei moduli da compilare completamente diversi.

            Prima che i passeggeri raggiungano il bancone per il check-in al Terminal 1 (T1) di JFK, vengono rilevate le temperature corporee e fotocopiati i certificati di esito negativo al COVID test, copie che vengono trattenute (foto 1). Un addetto chiede anche se i passeggeri preferiscano usare i telefonini per scannerizzare una barra a codice QR e compilare i nuovi moduli digitalmente. Meglio dire di no, perché due nuovi moduli cartacei devono essere comunque compilati in loco: un modulo su cui viene indicata la temperatura ed il posto assegnato in aereo (da consegnare all’agente della porta di imbarco), ed un altro identico per la polizia di frontiera dell’aeroporto di arrivo, Roma-Fiumicino (foto 2).

            Passati al tradizionale processo di check-in, i passeggeri sono pronti per i controlli di sicurezza, che consistono dei soliti tre passaggi: il primo per il controllo delle carte d’imbarco (che ora include un termo scanner per le temperature, come mostrato nella foto 3), il secondo per il controllo dei passaporti e carte d’imbarco e quindi  per la scansione di bagagli e passeggeri.

            Poiché la lounge dell’Alitalia é ancora chiusa, alcuni passeggeri (come chi scrive che possiede una carta Delta Gold Frequent Flyer) hanno potuto usare la lounge Air France (partner sia di Alitalia che di Delta), una sala piuttosto spartana ma confortevole (foto 4). Lungo i due corridoi del T1 sono presenti numerosi erogatori di gel disinfettanti (foto 5).

            Inoltre lungo il corridoio per arrivare alla porta d’imbarco 10, vi sono molti negozi e bar aperti (foto 6). Vi era anche una lunghissima fila di passeggeri che stavano per imbarcarsi su un volo della China Airlines (una delle tre compagnie aeree cinesi che volano dal T1), in netto contrasto con il volo Alitalia AZ603 diretto a Roma, che aveva solamente 60 passeggeri in un aereo A330 (che puó ospitare 256 persone, foto 7).

            L’aereo Alitalia era arrivato al gate con molto anticipo poiché, per essere dichiarato volo COVID-free, l’aeromobile deve essere a JFK dal giorno precedente per essere disinfettata. L’aereo, infatti, era arrivato da Roma e aveva scaricato i passeggeri il giorno prima. Questo processo, seppur necessario, ha ridotto il numero di voli da e per Roma a soli tre alla settimana.

            Una volta a bordo, i passeggeri devono indossare le mascherine e non essere seduti vicini. L’aereo non aveva distributori di gel disinfettanti, nemmeno nei bagni, ed il menu della cena é lo stesso dall’inizio della pandemia: ravioli, formaggino, cracker, acqua in bottiglia e niente bevande alcoliche (foto 8). Tè e caffè sono disponibili presso la zona cucina di bordo.

            La penna è tornata utile di nuovo allo sbarco poiché tutti i passeggeri vengono incanalati verso un’area per il tampone, ma prima di raggiungere il posto è necessario compilare altri due documenti (foto 9). Ai passeggeri viene nuovamente chiesto di utilizzare i telefonini per scaricare i nuovi moduli. Coloro che lo hanno fatto erano comunque tenuti a compilare anche quelli cartacei. Con i moduli compilati in mano, i passeggeri sono quindi indirizzati prima ad un kiosk dove i moduli vengono ispezionati e dove si pagano 20 euro per il tampone, poi ad un secondo kiosk dove di nuovo si ispezionano i moduli e controllano i passaporti, ed infine ad un terzo kiosk dove vengono eseguiti i tamponi (foto 10). Dopo un’attesa di circa 15 minuti, si prelevano i moduli che attestano l’esito negativo e l’esenzione da quarentena, con questi ci si reca al controllo di frontiera (dove gli agenti ritirano i moduli compilati a JFK), e quindi ci si puó dirigere al ritiro dei bagagli e infine all’uscita. Al terminal di arrivo, T3 di Fiumicino, é aperto un bar per chi volesse prendere un cappuccino, una spremuta d’arancia e un croissant al costo di 5,90 euro.

Con il tampone negativo prima dell’imbarco e dopo lo sbarco, non è richiesta la quarantena.

Le sequenze delle foto per ogni fila vanno da sinistra a destra. Il prossimo rapporto arriverà dopo il volo di ritorno, questa volta con Delta da Milano Malpensa a JFK.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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