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Risposte alla lettera dei lettori sulla gara AGEA

Abbiamo chiesto ad un nostro autorevole collaboratore, il prof. Mario Pacelli, di rispondere alla lettera che ci è stata indirizzata da un gruppo di lettori (Gara Agea: lettera al Direttore) perché gli interrogativi in essa contenuti richiedono risposte inequivocabili, vista la delicatezza delle questioni attinenti alla trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione ed alla responsabilità politica di un ministro. Di seguito la risposta del Prof. Pacelli.

Caro direttore,

rispondo volentieri al tuo invito non solo per onorare ancora una volta il nostro “patto” di collaborazione, tanto volontaria quanto necessaria nella informazione ai cittadini, quanto per chiarire ai nostri affezionati lettori che hanno avuto la sensibilità di rivolgersi alla tua persona per esprimere la loro opinione in merito alle questioni che sono state sollevate sulla nota gara di appalto dell’Agea per l’acquisto di olio extravergine di oliva per gli indigenti del nostro Paese.

Una gara pubblica per l’acquisto di beni per circa 8 milioni di euro, in un momento di difficoltà per l’economia nazionale, non è certamente cosa da poco: è del tutto normale dunque che intorno al fatto siano nate polemiche, fondate o meno che siano.

E’ accaduto anche a proposito della gara per l’affidamento della fornitura di olio extra vergine di oliva utilizzando fondi europei per aiuti agli indigenti attraverso le organizzazioni accreditate presso AGEA (Agenzia per la Gestione Economica in Agricoltura), ente vigilato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, che ha bandito la relativa gara: i rilievi formulati a proposito della Agenzia per ben due volte dalla Corte dei Conti e le numerose interrogazioni parlamentari presentate a proposito della sua attività, non sembrano deporre a favore di una sua elevata qualità dell’azione svolta: viene il sospetto che anche quel bando di gara non sia proprio un modello da imitare: saranno gli avvocati e forse i giudici ad esprimersi in merito.

Il Ministro Bellanova, rispondendo ad una interrogazione presentata al Senato a proposito della (quantomeno) disattenzione per i produttori olivicoli italiani visto il riferimento del bando al solo olio extravergine prodotto con olive comunitarie e quindi importato dalla Unione Europea, ha cercato di cavarsela affermando che non poteva fare altrimenti dato che i fondi utilizzati erano di origine UE ed ha promesso ben 20 milioni di euro ai produttori olivicoli nazionali: nessuna precisazione ulteriore in proposito. Con questa risposta, il Ministro si è fatto anche carico delle responsabilità connesse alla predisposizione del bando, prima fra tutte quella della determinazione del prezzo base in una gara al massimo ribasso, diverso per un centesimo (diconsi un centesimo) da quello di mercato dell’olio extravergine italiano nel primo trimestre di quest’anno (periodo in cui presumibilmente il bando è stato predisposto) escludendo così implicitamente dalla gara i produttori olivicoli italiani, che sarebbero stati costretti ad offrire olio ad un prezzo inferiore a quello di mercato. L’esito della gara probabilmente non sarebbe stato diverso, visti i prezzi offerti, ma l’umiliazione non ci sarebbe stata.

E’ possibile che, se errore c’è stato, esso sia stato dovuto ad una mancata valutazione delle implicazioni anche politiche della decisione assunta. Così come non è chiaro come mai il prezzo di aggiudicazione sia stato tanto inferiore a quello a base d’asta, fissato forse in base ad informazioni sfasate nel tempo così come può darsi che quel prezzo fosse corretto e che vi sia stata un’azienda olearia tanto abile negli acquisti da poter presentare un’offerta così inferiore al prezzo di riferimento. Tutto è possibile, tutto può essere accaduto: l’incertezza sui dettagli della gara, riservati alle sole imprese olearie invitate a parteciparvi, rende più complicato fissare punti fermi di riferimento ed alimenta perplessità che non giovano certamente al prestigio di una Amministrazione Pubblica.

Il Ministro Bellanova ha la possibilità di dirimere la questione facendo chiarezza: o copre con la sua responsabilità politica quella amministrativa, se di essa fosse riscontrata l’esistenza nell’esame dei documenti che potranno essere richieste all’azienda aggiudicataria (ad esempio quello comprovante che l’olio oggetto di offerta derivi da molitura di olive comunitarie eseguita da aziende olivicole aventi sede nei paesi comunitari), oppure prende atto di eventuali irregolarità, ammesse che ve ne siano state, ed annulla la gara in autotutela, per tutelare cioè l’Amministrazione da eventuali decisioni negative dei giudici amministrativi a cui venga fatto ricorso.

Il Ministro Bellanova è in politica da molti anni: sa benissimo che la democrazia ha un suo pilastro nella trasparenza dell’azione amministrativa, condizione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Signor Ministro, la parola ora spetta a lei per assicurare l’opinione pubblica, naturalmente dopo aver compiuto tutti gli accertamenti del caso per chiarire quanto avvenuto, ammesso che ce ne sia bisogno.

A sperare che ciò avvenga è nell’interesse non di questo o di quello ma della democrazia nel nostro Paese e, mi creda Signor Ministro, ce n’è veramente bisogno.

Con rinnovata stima

Mario Pacelli

Per approfondire la questione riguardante la Gara AGEA, leggi anche Documentazione accessoria sulla polemica della Gara AGEA

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Mario Pacelli

Mario Pacelli è stato docente di Diritto pubblico nell'Università di Roma La Sapienza, per lunghi anni funzionario della Camera dei deputati. Ha scritto numerosi studi di storia parlamentare, tra cui Le radici di Montecitorio (1984), Bella gente (1992), Interno Montecitorio (2000), Il colle più alto (2017). Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero».

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