Una sfida vinta quella di Roma Arte in Nuvola, un’occasione straordinaria per rilanciare l’arte a Roma. Sicuramente dopo tanti giudizi, opinioni e polemiche un po’ pretestuose apparse sulla stampa e i social, Alessandro Nicosia, può’ dirsi soddisfatto. La Nuvola è una location sempre emozionante che in questi anni ha avuto molteplici vite.
Le fiere, gli eventi ospitati dall’ opera di Fuksas, tra le più riuscite sicuramente “Più libri Più liberi” che apre i battenti tra poco e mille altre iniziative, è stata nell’ultimo anno anche uno dei Centri vaccinali più grandi d’Italia. Un luogo che sa trasformarsi e che sa ospitare il bello e il necessario, il primo piano immenso, divisibile a piacimento, uno spazio modulabile, pareti che ci sono e poi cambiano, corridoi, angoli e spazi che puoi anche solo immaginare e poi il piano che conduce alla Nuvola, la luce che inonda le vetrate, Roma fuori con il suo traffico e la sua architettura e come per salire in cielo scale mobili e poi ancora altre scale per entrare in una nuvola un po’ spaziale e un po’ surreale.
E allora ci siamo l’arte sbarca all’Eur e secondo i piani di Nicosia dovrebbe rimanerci per qualche anno (almeno cinque anni). Al piano terra le gallerie di arte moderna e contemporanea, i partners e l’editoria mentre su verso il cielo le gallerie di arte contemporanea, insomma un mondo fantastico che per 4 giorni ha raccontato il contemporaneo, per rimettere in gioco Roma nella grande vetrina dell’arte.
E come visitare un museo e pensare di poter comprare delle opere, per molti collezionisti una fiera del possibile, per i visitatori e i curiosi la possibilità di ammirare il meglio delle arti, un viaggio impossibile in altri luoghi dell’arte, con la possibilità di chiedere quanto costa un De Chirico, un Guttuso, Pomodoro, Accardi, Capogrossi, Dorazio, Castellani, Pistoletto e mille e mille altri e poi una girandola di opere incredibili.
I giovani, gli artisti definiti “emergenti”, una parola ambigua, ma loro i giovani sono i protagonisti di una creatività e di un genio che non si ferma, video, installazioni, luci e viaggi nella fantasia e nel futuro. Come l’opera di Pamela Diamante, sempre alla ricerca di abbattere muri, di sfondare con la sua arte il consueto e l’ipotizzabile, consapevole che bisogna osare e sognare.
Lei, outfit black e volto di una bellezza che non è descrivibile, ha creato in uno spazio tutto suo un universo senza frontiere, una video installazione con misure variabili e materiali vari dal titolo “Generare corpi-celesti- esercizi di stile” un mix di arti con la collaborazione di un ipovedente e un non vedente dalla nascita, la loro proiezione di un cielo stellato, il ricordo-non ricordo e per chi entra in quel mondo un’emozione travolgente.
Ecco cosa è l’arte, è riuscire a comunicare le cose che non riusciamo a fare nella vita normale è trovare artisti che sappiano rappresentare e narrare, dare un senso al nostro io, alle nostre fantasie, alle idee celate dentro di noi.
È così che ho deciso di portare mia figlia adolescente con me per farle vedere che l’arte non è solo bellezza, è avere un’idea, un senso critico, una follia da raccontare. Ho sempre immaginato l’arte come il modo più intelligente di fare politica, quella nobile, quella che incarna i cambiamenti, che da voce a tutti, che osa senza destare il clamore universale, eppure un artista può contribuire ad un mondo migliore e far arrivare il messaggio ovunque.
E quindi se si può salire e entrare in una Nuvola, si può credere di cambiare il mondo attraverso le arti. La Fiera su cui ha scommesso Nicosia è una breccia in una città che ha un patrimonio culturale incalcolabile ma ha la necessità di guardare al futuro, di costruire cose nuove, dare un senso a tanta storia e passato e allora mi auguro che il riscatto di Roma possa partire anche da iniziative come questa e dare vita a un nuovo corso. L’Italia popolo di artisti e molto altro deve continuare ad investire in quella dimensione che ha contribuito a renderci unici e grandi nella storia, ricordando che le arti non sono patrimonio di pochi ma di tutti.
E come dice il mitico Oscar Wilde: “Non c’è arte senza coscienza di sé, e la coscienza di sé e lo spirito critico sono tutt’uno”.
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