Questo bel ristorante dei Parioli riesce realmente a trasmettere l’idea di solidità borghese: ambienti rassicuranti e silenziosi a partire dall’elegante area bar all’ingresso, tavoli elegantemente apparecchiati e alle giuste distanze, la calda boiserie, gli arredi curati, i bei lampadari con pendenti, i grandi specchi e i quadri alle pareti, le composizioni floreali e un servizio cortese e attento, mai invadente.
Il menù è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, anche se è più focalizzato su piatti di carne, sapientemente cotta nella scenografica griglia posta nel grande salone d’ingresso. La cucina è di stampo classico, volutamente senza effetti speciali ma tutta di sostanza, basata su materie prime di primissima qualità trattate con perizia, nelle cotture come negli accostamenti, nell’equilibrio dei sapori come nelle consistenze, con sapienti variazioni stagionali ed eventuali tocchi creativi mai fini a sé stessi, finalizzati a valorizzare ulteriormente quello che è già nel piatto.
A pranzo sono disponibili pure dei business lunch a 25 euro, per una sosta rapida di alta qualità a prezzi più contenuti.
Di valore la carta dei vini: ampia e intelligentemente articolata, con profondità di annate, buona presenza di etichette straniere, interessanti proposte del mese anche alla mescita e ricarichi corretti, in relazione alla tipologia di ristorante.
In sintesi, un locale dove nulla viene lasciato al caso e in cui la grande professionalità dello staff è finalizzata a garantire alla clientela una serata all’insegna del relax e di una cucina classica e rassicurante, ma tutt’altro che stanca, dove ci si alza sazi ma non appesantiti, piacevolmente appagati e quasi contenti di saldare un conto che proprio leggero non è.
Nel corso della cena, dopo aver ingannato la non lunga attesa con degli ottimi pani, accompagnati da alcuni oli Evo di grande valore, abbiamo iniziato con dei piccoli hamburger di cernia con finocchi, arancia e cedro, un piatto di grande equilibrio, con cottura del pesce da manuale e gli altri ingredienti a esaltarne la freschezza. Passando ai primi, abbiamo provato i passatelli in brodo di arzilla e broccoli, riuscita interpretazione del gustoso piatto romanesco, dalla piacevole nota piccante, forse solo un po’ carente nella quantità di pasta. Molto buoni i ravioli impastati alla borragine con l’anatra e il parmigiano stravecchio, piatto decisamente più corposo e opulento, ma anche in questo caso caratterizzato dall’equilibrio tra le diverse componenti. Ed infine un grande classico della semplice cucina di un tempo che fu, i maltagliati “acqua e farina” al ragù di carne e pecorino di fossa Beltrami, qui magistralmente eseguiti e con l’utilizzo del pregiato formaggio che tradisce l’origine marchigiana delle titolari.
Tra i tantissimi secondi piatti presenti in carta (il grande punto di forza del locale), da encomio le profumatissime animelle al rosmarino con carciofi, dalla cottura perfetta, in cui la consistenza morbidissima della frattaglia trovava pieno complemento nella croccantezza dei carciofi. Niente male la coscia d’anatra ripiena e involtini di cavolo nero e patate dolci, piatto in buon equilibrio tra sapidità e dolcezza. Ma anche sul fronte pesce non si scherza, con ottime seppiette panate alla brace con indivia al pesto di pachino secchi, freschissime e dalla consistenza perfetta come è raro trovare altrove.
Degna chiusura con dolci eterogenei ma tutti azzeccati: una piacevolissima zuppetta alla vaniglia con crumble al cacao e gelato di caki, dessert non troppo dolce e dalla gradevole nota fresca; una goduriosa creazione di cioccolato in varie interpretazioni; un convincente tiramisù con le singole componenti scomposte, a creare un bel gioco di sapori e consistenze diverse.
Soddisfacente anche il caffè, una tazzina di buona estrazione e persistenza, con sapore e aroma intensi.
Voto 7,75/10
Ristorante Al Ceppo, Via Panama, 2 Piazza Ungheria – Roma. Telefono 06/8419696
Recensione tratta da “Roma Nel Piatto – Ristoranti” de La Pecora Nera Editore.
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