Paolo Gentiloni è il leader più gradito, garantirebbe stabilità e governabilità, argomento che sta a cuore al popolo maggioritario degli italiani: gli indecisi.
Gli ultimi sondaggi non hanno un particolare significato, ma sono utili, a due settimane dal voto, per cogliere le oscillazioni dell’opinione pubblica. Lasciati i blocchi di partenza, dopo la presentazione delle liste, si è aperta la fase della corsa verso il voto a cui seguirà il rush finale e decisivo, quello in cui è possibile prevedere che una buona parte degli indecisi scioglieranno le loro riserve. Siamo a questo punto.
L’avvio della campagna aveva visto il centrodestra nettamente in testa, con il 36-38% dei consensi. La coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni, ha fatto registrare un trend in flessione, lasciando sul campo in un mese circa il 2% dei consensi. Il partito maggiormente ondeggiante è quello berlusconiano, mentre la Lega di Salvini è stabile intorno al 13% e Fratelli d’Italia si è attestata al 5%. Gli osservatori sono convinti che il fenomeno sia dovuto, almeno in parte, all’arrivo della quarta gamba centrista che, in poche settimane, ha raccolto il 2%.
Il centrosinistra allo start era valutato il 27% dei voti: il partito Democratico era il 23% e Più Europa di Emma Bonino e la lista Insieme arrivavano al 4%.
Il movimento Cinquestelle di Casaleggio e Di Maio, ormai Partito a tutti gli effetti, sembra aver rafforzato il proprio posizionamento nel corso dei primi giorni di campagna elettorale, passando dal 26% dell’inizio al 28% di oggi.
Infine Liberi e Uguali, la lista guidata dal Presidente del Senato Grasso, ha avuto un percorso da gambero: dai primi sondaggi che la davano al 6,8% è lentamente scesa al 6% e non sembra risalire.
Ma la cosa più interessante da osservare, secondo i sondaggisti, sono le scelte di voto delle diverse classi sociali. Oltre il sessanta per cento dei ceti bassi si suddivide tra M5S, Lega e FdI. Il ceto medio-alto preferisce PD e Forza Italia, mentre il M5S attrae il ceto medio più arrabbiato.
Se questo sembra essere il quadro delle dinamiche di voto nelle diverse classi, per comprendere le tendenze in atto, secondo una indagine di SWG, è utile puntare lo sguardo sulle motivazioni che spingeranno gli elettori a scegliere un partito o un altro. Si scopre che la condivisione delle idee e delle proposte è il motivo principale che induce al voto, ma che un motore importante è la capacità di un partito di “dare certezze”. In questo caso la classifica premia certamente il PD soprattutto per l’opera dell’attuale Presidente del Consiglio.
E gli indecisi come si orientano? Secondo SWG il 30% sta cercando di capire le proposte dei partiti, mentre il 25% metterà la croce sul simbolo del gruppo che darà maggiori garanzie di stabilità e governabilità a cui si aggiunge il 15% che si orienterà sul “meno peggio”.
Quindi se nei prossimi giorni Matteo Renzi dovesse annunciare la decisione del suo partito di ricandidare Gentiloni a presiedere il governo dopo il 4 marzo certamente una parte significativa degli indecisi, fino al 40%, farebbero convergere il loro voto verso il PD.
Apollo e Dafne (Ovidio, Metamorfosi, libro I). “Fer pater… opem… qua nimium placui mutando figuram!”.…
Il LinkedIn Top Post di oggi è di Marco Loguercio che ci introduce al tema…
L’autore ci svela il suo segreto, non è stata la conoscenza a portarlo in alto,…
Negli ultimi anni è cresciuto un sentimento contrario alla produttività sempre più diffuso tra i…
Si conclude domani a Roma, alle ore 10.30, presso l'Archivio di Stato, Sala Alessandrina -…
Avete mai immaginato un'interazione con l'AI ancora più intuitiva e creativa? ChatGPT 4o, ora nella…