Roma. “Forse sarebbe stata una buona idea fornire delle cartine” è stato il commento di Karina Laterza (nella foto), segretario generale del Prix Italia, riconosciuta la difficoltà di “navigare” le imponenti rovine romane, sede dell’annuale festival radio-Tv della Rai, tornato quest’anno a Roma dopo un’assenza di 26 anni.
Oltre ad essere ostacolati da un’orda di turisti che tradizionalmente invade Roma a settembre (i mesi estivi sono troppo caldi), i partecipanti al Prix hanno avuto l’arduo compito di localizzare, oltre all’ingresso nascosto, le varie “grotte” all’interno degli antichi Mercati di Traiano, dove si sono svolti i lavori.
Grazie all’antica Roma il Prix è tornato ad essere la tradizionale finestra sul mondo per il settore audiovisivo italiano. Un ruolo che si era ridimensionato quando il Prix aveva lasciato la sede di Torino nel 2016, per dirigersi nella remota isola di Lampedusa. L’anno seguente si era poi svolto a Milano, mentre l’anno scorso è tornato a Capri, dove il festival aveva avuto i suoi inizi nel 1948. Tutte queste località non avevano generato lo sperato entusiasmo negli operatori del settore.
A Roma invece sono tornati anche tanti relatori stranieri, con il numero record di 33 dirigenti internazionali, oltre ai 60 italiani, per le 11 conferenze che si sono svolte durante i sei giorni dell’evento, iniziato il 23 settembre. Il Prix ha presentato inoltre anteprime ed eventi speciali, come il Premio Roberto Morrione, in onore del fondatore di Rai News 24 (scomparso nel 2011). Questa volta a Roma unni, galli, cartaginesi e germanici non sono stati invasori, ma ospiti ben accolti.
In effetti, il tema di questa 71a edizione del Prix Italia è stato “Celebrare la diversità culturale in un mondo dei media globalizzati”, e i seminari si sono focalizzati principalmente sulle news, con argomenti come “Giornalismo investigativo e magistratura inquirente”. Altri argomenti trattati sono stati: “Africa: un sistema televisivo in crescita” e “Nuovi format e nuove sfide”. Si è pero’ detto poco sulle “fake news”, che non fosse già noto.
I nuovi contenuti televisivi italiani in mostra non sembravano essere tuttavia all’altezza di quelli creati anche pochi anni fa dalla Rai (come ad esempio durante l’amministrazione di Antonio Campo Dall’Orto), con titoli del calibro di Medici e L’Amica Geniale, abilmente diffusi a livello internazionale da una comunicazione aziendale in stile americano diretta da Giovanni Parapini.
Il giorno dell’inaugurazione del Prix erano presenti il sindaco di Roma Virginia Raggi ed il presidente della Rai Marcello Foa, che si poteva scorgere spesso sulla terrazza ristoro del festival con vista sulle rovine romane, quasi a constatare di persona che l’evento si svolgesse senza intoppi, visto che il Prix è organizzato dall’ufficio della presidenza RAI.
Durante le sue osservazioni in apertura, Foa ha sottolineato come “abbiamo il dovere di difendere la Tv pubblica … all’avanzata degli Over-the-Top”. Apparentemente, in un modo o nell’altro, Roma continua a doversi difendere dagli invasori. L’evento si è concluso con 12 programmi premiati su 273 in concorso, che erano stati presentati da 65 emittenti di 37 paesi. Il lungo elenco dei vincitori è sul sito: www.rai.it/prixitalia/
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