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“Un’Altra Capri, Storie Vere, Miti e Intrighi Isolani” di Luciano Garofano

Nella pressoché sterminata bibliografia sull’Isola di Capri e il suo inossidabile Mito, anche nel mondo così detto globalizzato, merita un’attenta lettura il nuovo, interessantissimo libro Un’Altra Capri, Storie Vere, Miti e Intrighi Isolani”, del giornalista caprese Luciano Garofano, edito dalla Promediacom, con la prefazione del prof. Renato Esposito. Luciano Garofano, giornalista pubblicista dal 1992, è stato direttore del settimanale “Capri Oggi” e responsabile della redazione caprese del quotidiano “Il Golfo” oltre ad essere stato corrispondente di diverse testate regionali e nazionali. Già autore di “Spadaro, il mito meglio riuscito di Capri, dopo Tiberio” (2007) e di “Capri in Etichetta” (2018), ha voluto raccogliere in questa pubblicazione gli articoli più significativi che ha scritto su alcune storie, spesso inedite e curiose, su alcuni intriganti spaccati di colore e su certi personaggi che, tra Ottocento e Novecento, hanno popolato l’Isola divenuta, a fronte delle sue frequentazioni, inquietante polo magnetico dell’Universo. Un’Isola che da secoli custodisce gelosa, nasconde, storie e segreti e dove ogni pietra narra una storia, testimonia una memoria millenaria.

Un’altra Capri di Luciano Garofano

Capri ha sempre fabbricato Miti, tra esagerazioni e realtà”-dice Luciano GarofanoUna costante sull’Isola, senza scomodare quello del vecchio e canuto Imperatore Tiberio, nel rincorrersi delle stagioni attraverso i modi e le mode di vivere i suoi mutamenti, i suoi ritmi, regolati al di fuori delle leggi del resto del Mondo. Uomini e donne fattisi Mito loro stessi, indispensabili a Capri come Capri lo era ai personaggi che interpretavano, indossando una maschera di tipo pirandelliano, appiccicatagli addosso da chi li aveva eletti a rappresentare quel Mito. Personaggi dai destini più disparati, stravaganti e spregiudicati dandies, uomini eleganti e donne fatali dalla ambigua sessualità che avevano trovato nell’Isola una sorta di zona franca, coacervo di intrighi e pettegolezzi, di passioni ambigue e debolezze umane, facendone il loro luogo di appartenenza, dove dare sfogo alla voglia di esibizionismo e di stranezze, di eccessi e di passioni proibite, spesso alimentando veri e propri scandali che hanno segnato le pagine più scottanti del Mito infinito di Capri”.

Scorrendo il libro, come ha scritto nella prefazione il prof. Renato Esposito, pagina dopo pagina si ha l’impressione di fare un viaggio che dura Duemila anni con destinazione la “Zauberinsel”, l’isola fantastica. In conclusione “Un’Altra Capri” è quella che ognuno di noi avrebbe voluto vivere ma che può solo sognare attraverso le storie di chi ne ha costruito il Mito, nonostante tutto, ancora vivo oltre le sue mistificazioni, in una impari sfida verso un futuro di oblio”.

Abbiamo scelto tre storie, tra le molte raccontate con felice e intrigante capacità di scrittura da Luciano Garofano, per restituirci l’allure dei molti personaggi che vissero a Capri tra ‘800 e ‘900, eleggendola a Isola del Mito, ultimo approdo dei tanti “deragliati” di esistenze grigie e tetragone.

Carmela

Carmela, da popolana caprese a nobildonna inglese. La figura femminile rimane il più intrigante ed enigmatico mistero che la sensibilità romantica dei pittori passati per Capri abbia mai affrontato. I ritratti delle donne isolane, in tutta la loro fierezza e pienezza di forme, costituiscono, infatti, la più compiuta espressione di quella naturale e primitiva bellezza dei nativi, che tanti viaggiatori del passato facevano risalire ai primi coloni greci.

Francesco Caravita di Sirignano, Pupetto

Il Principe di Capri, ultimo simbolo della Capri del Mito. Il Principe Francesco Caravita di Sirignano, Pupetto per gli intimi, testimone dell’Italia gaudente e spensierata del dopoguerra, fu uno dei principali protagonisti e artefici di quella fortunata e irripetibile stagione della Dolce Vita caprese tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Immerso in quella Capri folle e trasgressiva che non esiste più se non nei ricordi e nei racconti di chi l’ha vissuta, Pupetto, così meglio noto, si era accasato al Bar Tiberio…Si proclamava a gran voce discendente diretto di San Gennaro, esibendone perfino una sorta di documentazione corporea, ma a differenza del patrono di Napoli, scapolo e casto, lui sì che si sposò, e almeno un paio di volte. Anzi Francesco Caravita principe di Sirignano, detto Pupetto, di donne ne conquistò a più non posso. Sul finire degli anni Cinquanta, il suo tavolino nella pizza di Capri, sua patria estiva, era una calamita per ragazze e ragazzine, signore e signorine: “Ciao Pupetto, che fai stasera?”. E lui, per dare a intendere che già aveva un impegno con un’altra donna: “Eh, purtroppo stasera mi tocca rimanere al Castello”. Si denominava “il Castello” la splendida villa che il principe possedeva a Capri. Ricchissimo, proprietario di vaste tenute in provincia di Avellino, il principe di Sirignano, nato a Napoli nel 1908, trascorse un’adolescenza e una giovinezza brillantissime, sempre in giro per il mondo, ospite di famiglie patrizie e di club elitari. Nel 1929 detenne il primato mondiale per il numero delle corse automobilistiche da lui vinte. Nel 1933, però, l’aristocrazia napoletana individuò in lui il detentore di un altro tipo di primato: quello relativo al più veloce matrimonio e al più rapido divorzio. Infatti, trovandosi a bordo di un transatlantico diretto in America, conobbe una diciottenne miliardaria che si innamorò di lui. Allo sbarco a New York, il principe di Sirignano riuscì, nel giro di ventiquattr’ore, ad ottenere la cittadinanza americana e a sposare la ragazza. Ma quattro giorni dopo entrambi gli sposi chiedevano, a un tribunale della stessa New York, il divorzio per incompatibilità di carattere. Più ponderato fu, invece, il matrimonio che Pupetto contrasse nel 1940 anche perché la nuova moglie, Anna Grazioli, condivideva a pieno la sua passione per Capri. Autore, in età matura, di un libro di memorie che fu un autentico bestseller e in cui ironicamente si definiva “un uomo inutile”, il principe di Sirignano non perdeva occasione per rivendicare la sua presunta discendenza da San Gennaro. Sosteneva, peraltro, di possedere sul suo corpo le prove di quella parentela: una macchia rossa, lunga quattro o cinque centimetri e alta un centimetro, che compariva sulla sua nuca il 19 settembre di ogni anno, nel momento stesso in cui, nella Cattedrale di Napoli, si ripeteva il miracolo della liquefazione del sangue attribuito al santo patrono. Quella macchia rossa, a detta di Pupetto, indicava il posto preciso della nuca ove, nel 305 dopo Cristo, si abbatté la spada del legionario romano che decapitò San Gennaro. Negli ultimi anni della sua vita, il principe di Sirignano spese e sperperò a Capri, in fiabeschi ricevimenti, molti dei soldi che guadagnava con una pollicoltura che aveva impiantato nell’Avellinese. Morì mentre rileggeva, come si disse, un’ingiallita lettera d’amore. Capri perse, con lui, un altro dei suoi incredibili connotati. Totò s’ispirò a lui quando girò il film “L’imperatore di Capri“. E tutte quelle bizzarrie, dal serpente sul cappello al gallo sulla spalla, furono tutte storie attribuite a Pupetto, dai paparazzi di mezzo pianeta. Comprese quelle strane feste, popolate da artisti improbabili.

Friedrich Krupp

L’Isola di Alfred Krupp: Alfred Friedrich Krupp sbarcò a Capri all’età di quarantaquattro anni. Mal portati, a causa degli acciacchi non solo fisici che accompagnavano la sua esistenza di uomo più ricco di Germania, talmente tanto ricco da superare lo stesso Kaiser Guglielmo II. Alfred Krupp soffriva, oltre che di asma e di disturbi circolatori, di un prostrante stato di depressione misto a un senso di angoscia che gli corrodeva l´animo, rendendolo anche l´uomo più infelice di Germania…“Un’Altra Capri è il libro che apre un ambizioso progetto di divulgazione legato alle origini del Mito di Capri.”-aggiunge Luigi Molino, editore del volume con PromediacomUn progetto sviluppato con le più innovative forme di comunicazione e di distribuzione, partendo proprio dal sito ufficiale www.unaltracapri.it”.

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Paolo Spirito

Trentino di nascita (Cles, 19/08/1955), vive e risiede a Roma. Laureato in Lettere Moderne con Lode nell’A.A. 1979-80, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Giornalista Pubblicista, Programmista-Regista RAI e Autore Televisivo, già Responsabile dell’Ufficio Teatro Prosa della Presidenza Nazionale dell’A.G.I.S.-Associazione Generale Italiana dello Spettacolo. Ha collaborato alla realizzazione di molti programmi di successo: “Scuola Aperta”, “Italiano e Italiani, oggi nel mondo”, “Pronto…Chi Gioca?”, “Il Piacere di Conoscere”, “L’Ago della Bilancia”, “Tutto sul Due”, “I Fatti Vostri”, “Detto tra noi”, “Cronaca in Diretta”, “Made in Italy”, “Uno Mattina Estate”, “Check Up”, “Una notte a Sirminione”, “Uno Mattina Sabato & Domenica” e per ultimo “Linea Verde” per Raiuno cui attualmente collabora. Autore di documentari televisivi, ha ideato e diretto: “Pieve di Cadore Film Festival”, “BrixenART Film Festival”, “Flower Film Festival di Assisi”, “Valsolda Schermi d’Arte 2012”, “Ponza Schermi d’Arte”, “Capri Schermi d’Arte”, “Furore, Schermi d’Arte 2015-Massimo Ranieri, l’Avventura del Cinema”, “Minori, Schermi d’Arte 2018”, “Genzano, Schermi d’Arte 2018: Omaggio a Toni Servillo”. Nel 2007 ha scritto soggetto e sceneggiatura del film “Sogni Reali” con Giorgio Albertazzi e Paola Saluzzi. Il 10 ottobre 2015 gli è stato conferito, nel Comune di Furore (SA), il Premio Furore di Giornalismo per la sua lunga attività a Linea Verde Raiuno.

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