“Molte aquile ho visto in volo, ali maestose sfidare il suolo, rapaci solitari incontro al sole, imperiali figure sfrecciare nelle gole, ancora a lungo le vedrò, poi, con loro, io morirò”. Sono i versi di una poesia di Alberto Nassetti, il comandante pilota Alitalia che lui stesso aveva scritto tre anni prima di precipitare nel cielo di Tolosa con un Airbus 330.
È questa la storia che Filippo Nassetti, fratello minore di Alberto, ci racconta nel suo libro insieme ad altre storie di uomini che amano volare e che con il loro amore fanno volare anche noi (quando vogliamo…).
“Molte aquile ho visto in volo-Vite straordinarie di piloti”, (Baldini+Castoldi 2021 – € 15,00) è uno scavo familiare, intimo e profondo in cui si mescolano ricostruzione personale e racconto di vite. Come la storia di Francesco Miele, oggi pilota EasyJet, che da giovane perde la gamba destra in un incidente in moto. A salvarlo è una donna che per caso si trova a passare sul luogo dell’incidente. Diventerà sua moglie.
E tuttavia possiamo dire che non è un libro sul volo e sui piloti, è piuttosto un commovente attestato d’amore e ammirazione per quegli uomini che hanno il volo dentro, quello stare in cielo che dà un senso alla loro vita. Ma il libro di Filippo Nassetti è prima di tutto un modo per riannodare i fili della memoria, un omaggio alle virtù di un fratello tanto amato, Alberto, il primo pilota di linea al mondo tornato a volare dopo essere stato operato di un tumore al cervello. In parallelo c’è la storia di un altro pilota, Pier Francesco Racchetti. Oggi pilota Ryanair, il volo come tradizione di famiglia, e un appuntamento tragico con la morte di suo padre, Pier Paolo Racchetti: anch’esso pilota ma dell’Alitalia come Alberto Nassetti, e che con Nassetti perirà durante quell’esercitazione a Tolosa. Da allora nella flotta dell’Alitalia ci sono aerei dedicati a Nassetti e a Racchetti, nel 2005 decorati alla memoria dal presidente Carlo Azeglio Ciampi con la medaglia d’oro al merito civile.
Il libro è una ricostruzione personale ma anche storica attraverso il racconto di alcuni piloti di linea che hanno vissuto situazioni come quella di Antonino Vivona, ad esempio, uno dei piloti sopravvissuti al tragico crash delle Frecce Tricolori a Ramstein il 28 agosto 1988.
E ancora Dino, Marco e Tullio, gli altri piloti che trovano posto nel libro di Nassetti, uomini che hanno fortemente voluto vivere e lavorare lassù, avendo “il cielo come professione”. Poi, come ogni racconto che riguarda l’uomo e le sue sfide, Molte aquile ho visto in volo è anche un libro sul confine tra vita e morte, sugli incroci del destino. Ma come scrive Gabriele Romagnoli nella prefazione, i racconti di Nassetti ci fanno anche scoprire chi c’è oltre la porticina della cabina del comandante dell’aereo.
Seduto alla scrivania del suo ufficio a Fiumicino, in via Alberto Nassetti, Filippo Nassetti ci ha voluto regalare l’emozione di volare.
Come dice una indimenticabile canzone “nel blu dipinto di blu”.
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