Se dovessimo fare una carta d’identità della rock band capitolina dei WakeUpCall, probabilmente sarebbe evidente da subito che, in realtà, sarebbe meglio un passaporto. Per loro, sperimentatori curiosi, la musica fa sempre da colonna sonora a un viaggio. Hanno al loro attivo in dieci anni di attività, ben 400 date in giro per il mondo dalla Russia alla Cina. E’ uscito da qualche giorno il loro primo singolo in italiano, “Tu Non Ascolti Mai”, selezionato tra i primi 60 di 800 a Sanremo Giovani 2019, che con un testo apparentemente semplice racconta di come si debba lottare per i propri sogni. Oggi anche se a distanza, abbiamo incontrato Tommaso e Oliviero Forni, chitarre e voce, Francesco Tripaldibasso e Antonio Aronne batteria e fonico del gruppo.
Tommaso, front man e “capitano” della band, avete fatto tour molto impegnativi, in Europa ma anche in Russia e in Cina. Quanto può essere complicato affrontare trasferte così lunghe?
Come tutte le famiglie ci sono momenti di nervosismo generale, soprattutto quando i tour comportano trasferte aeree e chilometri e chilometri magari attraverso la steppa. Col tempo e l’esperienza, abbiamo imparato a lasciare le paturnie personali a terra anche perché in furgone, non ci starebbero e si viaggerebbe troppo stretti. Senza considerare tutti gli imprevisti, che si elevano alla massima potenza, ma che ormai riusciamo ad affrontare con il dovuto cinismo e una buona dose d’ironia. Ricordo tra tutte una volta in Russia, quando l’aereo atterrò con notevole ritardo e come se non bastasse, non arrivarono neppure i bagagli e quindi neanche gli strumenti. Come questo potremmo raccontarne a decine che oramai ci fanno sorridere e sono parte di un bell’album di ricordi variegati e bellissimi.
Oliviero Forni, detto “maestro”, chi è il più irascibile tra voi?
D’irascibile forse non c’è nessuno ma, come direbbe Antonio, siamo quattro tipi di farcitura diversa: Tommaso è il più impulsivo, Antonio ha necessariamente bisogno di fumare e di mangiare, perché altrimenti può diventare pericoloso, mentre Francesco che è il più grande di noi, generalmente è quello che ci mette sempre una pezza, magari con un giro di parole senza senso, ma comunque efficace. Il bello però è proprio questo: abbiamo caratteri e peculiarità diverse che trovano equilibrio grazie alla passione che ci accomuna e al rispetto reciproco, diventando opportunità e stimolo creativo. Ogni trasferta, ogni tour, ci fa crescere come persone e come gruppo regalandoci davvero molto.
Antonio, quali sono state le difficoltà più grandi per questo pezzo?
La cosa più difficile, come fonico, è stata trovare il giusto equilibrio tra rock e testo italiano e il mixarlo ha richiesto molta attenzione e cura. Ho maturato molta esperienza in questo campo, ma è molto difficile scindere il duplice ruolo di musicista e di fonico, dovendo riuscire a staccarsi da entrambi i ruoli, per ragionare a 360°. Siamo abituati a lavorare di squadra e in questo periodo di separazione, è stato oggettivamente più complicato portare a termine il lavoro. Abbiamo dovuto lavorare molto anche sulla fonetica di Tommaso, che era abituato a cantare in inglese, cosa che può sembrare banale ma non lo è per niente, avendo una metrica del tutto diversa dall’italiano.
Francesco, detto Trip, qual è la vostra vera forza?
La coesione che c’è tra noi, è frutto della smoderata passione e all’ostinazione che condividiamo, anche quando si tratta di metterla alla prova attraversando la steppa Russa o la Cina. Il rodaggio lo abbiamo fatto, oggi siamo determinati a realizzare il nostro sogno; per questo abbiamo sempre rifiutato di fare i turnisti, o suonare cose che non sono nelle nostre corde. La musica è una forma di comunicazione e necessariamente si deve poter esprimere ciò che si sente. La musica, per noi quattro è una missione, musicisti si è oppure no, vie di mezzo non ce ne sono.
“Tu Non Ascolti Mai” il vostro ultimo singolo uscito il 16 aprile, è il primo in italiano. Qual è il suo messaggio?
Si può leggere da più angolazioni, potendosi riferire ad una relazione personale, qualunque riferimento a fatti o fidanzate è puramente casuale, ma anche un ironico coming out dei WakeUpCall che forse non sono stati ascoltati ancora quanto e come avrebbero desiderato. Battute a parte, è un brano al quale siamo davvero molto legati e che oltre ad essere stato selezionato per Sanremo giovani tra i primi 60, ci ha fatto entrare nella classifica degli artisti indipendenti più trasmessi dalle radio italiane. Questo era il mio obiettivo, che – dice Tommaso- non osavo neanche confessare agli altri per paura di rimanere deluso. Siamo davvero contenti anche dell’attenzione che stiamo ricevendo da parte degli addetti ai lavori, riviste, siti musicali, speaker radiofonici. Questo ci conforta e ci sprona a lavorare ancora di più, per la nostra musica che è anche una filosofia di vita.
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