Anteprima News

Conte supera la prima prova

«Tanto per inquadrare la giornata. Finora abbiamo dovuto contare 82.554 bare. Oggi il Covid ne ha uccisi altri 377. C’è un’intera popolazione da vaccinare, i disoccupati sono milioni, sulla presentazione del Recovery fund siamo in grave ritardo. Ma intanto eccoci qui. A Montecitorio. Per capire se l’Italia ha ancora un governo. E un premier» [Roncone, Corriere della Sera].

«Nei visi e negli atteggiamenti degli onorevoli, tutti gli onorevoli, sin dalle prime ore del mattino si legge un filo d’ansia. Quasi tutti sanno che se stavolta sbagliano la mossa, presto potrebbero non tornare più lì dentro. Maria Elena Boschi, che nella sua vita politica non ha mai dissentito da Matteo Renzi, propone un look total black – vestito e mascherina neri – e un atteggiamento riservato: sale e scende gli scalini dell’aula in un impenetrabile silenzio» [Martini, La Stampa].

«I “responsabili” si riconoscono in fretta, di questi giorni. Per quell’aria un po’ sorniona con cui vivono la rinnovata centralità politica e l’abbandono della sofferta trasparenza cui erano stati relegati. Camminano tre metri sopra i “semplici” membri della maggioranza, che ora li guardano con un misto di gratitudine e di insofferenza. “Come ci siamo ridotti”, mastica amaro un membro del Movimento, vedendoli sfilare di prima mattina nel ristorante di Montecitorio per un caffè» [Capurso, La Stampa].

«Le campane di Santa Maria in Aquiro hanno appena finito di scandire dodici rintocchi, quando la sottosegretaria agli Affari Europei Laura Agea varca il portone di Montecitorio indossando un paio di Timberland. Si ferma davanti ai carabinieri in alta uniforme, si fa aiutare dall’assistente per mantenere l’equilibrio, toglie gli scarponcini e indossa un paio di décolleté nere tirate fuori dalla borsa. Poi cammina veloce verso l’aula dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è ancora arrivato. Sa già che sarà una giornata lunga». Il premier arriva con dieci minuti di ritardo. Ha fatto le quattro di notte a scrivere e correggere il discorso, racconta chi è con lui [Cuzzocrea, La Repubblica].

«Il primo che compare è però il suo portavoce, Rocco Casalino. Rumore di tacchi, gli enormi lampadari del corridoio accesi anche se manca poco a mezzogiorno: Rocco ha smarrito la sua aria spavalda da io sono io, goccioline di sudore gli scivolano sopra la mascherina, viene avanti con passo nervoso nel suo abito scuro, aderente, da bodyguard di provincia. Lui avanti, Giuseppe Conte subito dietro» [Roncone, Corriere della Sera].

Il discorso è durato 55 minuti. Conte non ha mai nominato Matteo Renzi.
Quattordici gli applausi dai banchi della maggioranza, il primo dopo sette minuti.

«Il presidente del consiglio cita subito la sua prima data di insediamento: 9 settembre del 2019. E lo fa per ricordare i cardini della sua azione: la rispondenza alla costituzione e lo spirito europeista dall’azione di governo. Ora dice Conte, ancora oggi, “quel progetto ci dice che c’era una visione, un chiaro investimento di fiducia”. Poi all’inizio del 2020, “l’uragano della pandemia” ci ha spinto ad affrontare “una sfida epocale”» [Festuccia, La Stampa].

Conte non ha usato né la parola «responsabili» né quella di «costruttori». Ha preferito parlare di forze parlamentari «volenterose che si vogliono mettere al centro del Paese […] Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista».

«Conte ha pronunciato un intervento diversissimo da quello, aspro e frontale, col quale sfidò Matteo Salvini nell’agosto 2019 al Senato. Stavolta un discorso che sembrava scritto col “correttore automatico” anti-svarione: un intervento tutto pensato per andare a stanare, non subito ma nei prossimi giorni, quelli che il capo del governo ad un certo punto ha ribattezzato come “volenterosi”» [Martini, La Stampa].

«Concavo e convesso, Conte si porta su tutto. È come il beige. Non stona, non lo noti. Può stare al fianco di Salvini o di Di Maio, di Trump, di Biden, di Mastella. Duttile, composto, sa usare le posate e non si offende se lo offendi. Austosufficiente, indifferente, è come i gatti che stanno con chi gli dà da mangiare ma non si affezionano davvero a nessuno» [De Gregorio, La Repubblica].

«Auletta del gruppo Pd al Senato. Nella riunione col segretario parla per ultimo Alan Ferrari, non un volto televisivo, ma uno di quelli che dà le carte, il segretario d’aula del Pd. Colui che ha il polso delle votazioni, che tiene in mano il pallottoliere, che sa quando si rischia di andare sotto nelle commissioni. Disegna uno scenario da brividi. “Stiamo arrivando ad una situazione in cui in Senato non c’è maggioranza nelle commissioni, in capigruppo e in aula”. Ecco il punto debole di questa fragile impalcatura. Ferrari fa un esempio molto concreto: che succede se il centrodestra vota un emendamento di Renzi al Recovery plan? Magari sul Mes. In commissione Bilancio non ci sarebbe la maggioranza. Ecco l’elenco delle trincee perdute fatto dagli uffici del Pd: il governo da ora è alla pari (e quindi perdente) nelle commissioni Giustizia, Esteri, Difesa, Bilancio e Industria. Va peggio dove le opposizioni saranno in vantaggio: contando anche Renzi, nelle commissioni Scuola, Lavori Pubblici, Sanità e Ambiente. Lì può succedere il patatrac. E molto presto» [Bertini, La Stampa].

In prima pagina

• La ex moglie di Conte, Valentina Fico, 46 anni, avvocato, tifa per lui, non per Renzi
• La Spagna strappa un aumento dei fondi del Recovery e supera l’Italia
• La lettera di Letizia Moratti ad Arcuri: «La ripartizione dei vaccini sia anche in base al Pil delle regioni»
• In Toscana è iniziata la somministrazione del vaccino di Moderna
• Vaccinati Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, e Gina Lollobrigida
• In Gran Bretagna già quattro milioni di persone immunizzate. Sono stati allestiti centri di vaccinazione in cattedrali, stadi, centri congressi. Presto gli inglesi saranno pronti a vaccinare la gente 24 ore su 24
• Secondo uno studio pubblicato su Nature chi è guarito dal Covid ha un’immunità di almeno sei mesi
• Ieri ci sono stati altri 377 morti. Risalgono i numeri dei ricoveri e dei posti occupati in terapia intensiva. Il tasso di positività scende al 5,6%
• Salvini non si è presentato al processo a Torino, dove è accusato di vilipendio alla magistratura. Ha chiesto il legittimo impedimento per «impegni istituzionali». Il giudice ha rigettato la richiesta: «Oggi il Senato è chiuso, si va avanti».

Clamoroso

Il capo d’abbigliamento più venduto durante la pandemia è stato il pigiama (Wall Street Journal) [Azzurra Barbuto, Libero].

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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