«Misurato secondo i criteri omogenei Ocse (a prezzi di mercato e includendo i derivati e il valore attuale degli impegni futuri dello Stato verso la previdenza), il rapporto debito/Pil italiano è al 153%, più elevato di quello comunemente riportato, il doppio della Germania (71%) ma inferiore al 223% del Giappone […] La sostenibilità del debito dipende anche dalla composizione della spesa pubblica, dalla quantità di risorse che lo Stato assorbe, e dall’efficienza con cui le distribuisce. Qui la differenza tra Giappone e Italia è eclatante e istruttiva. La pressione fiscale in Giappone è appena il 30,6% contro il nostro 42,6%, quindi sottrae meno risorse all’economia. Che vuol dire anche meno spesa pubblica (35,5% del Pil rispetto al 46,36%), ma allocata in modo più efficiente: il Giappone spende di più per l’educazione (7,6% del Pil rispetto a 6,9%), quanto noi per sanità e sicurezza, ma molto meno (16% del Pil rispetto al 21%) per i trasferimenti correnti per pensioni e spesa sociale assistenziale: insomma, fa il contrario di Quota 100 e Reddito di cittadinanza» [Penati, Sole].
CLICCA QUI e ricevi gratuitamente anteprima completa via mail per un mese
Eckhart Tolle una notte nel mezzo di una depressione e di un periodo difficile comprende…
Oggi 23 APRILE si celebra la 𝙂𝙄𝙊𝙍𝙉𝘼𝙏𝘼 𝙈𝙊𝙉𝘿𝙄𝘼𝙇𝙀 𝘿𝙀𝙇 𝙇𝙄𝘽𝙍𝙊 𝙀 𝘿𝙀𝙇 𝘿𝙄𝙍𝙄𝙏𝙏𝙊 𝘿❜𝘼𝙐𝙏𝙊𝙍𝙀 che…
I brand devono prendere posizione sulle questioni importanti? La domanda è vecchia quasi quanto quella…
Il LinkedIn Top Post di oggi è di Francesco Castiglione che si domanda se l'Intelligenza…
Nel mezzo del campus universitario di Barclay in California scorre la vita di Dan Millman,…
Lunedì 22 aprile ore 18.30 avrò il piacere e l'onere/onore di intervistare Sebastiano Zanolli e…