unsplash.com
Di Teresa D’Auria
Ci siamo fermati al primo giorno di quarantena in cui tutto è diventato monotono o forse siamo andati avanti, ma a noi non sembra così. Se siamo andati avanti è stato passivamente perché il domani è solo una ripetizione dell’oggi.
La dimensione temporale si è frantumata, le ore non scorrono più come prima.
Persino il sabato (quello del nostro villaggio) è come ogni altro giorno della settimana e ad esso segue una domenica più angosciante che mai ci sembra tutto così lontano e così astratto al punto di non avere più alcun progetto di futuro.
Spero che arrivi presto il giorno di questa nuova liberazione e che tutti tornino ad essere vicini. E spero, ancor di più, che le giornate tornino ad avere un valore.
Dalla rubrica Diario di una quarantena:
Il 27 novembre, nell’Aula Magna della Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS a Torino, professionisti del…
“4.000 settimane” di Oliver Burkeman è un libro che ci costringe a riflettere sul tempo…
Il libro che vi consiglio questa settimana è "AI generativa per Manager". Non è né…
Non c’è nessun superpotere che si possa cogliere a colpo d’occhio, nessuna forza sovrumana da…
Il LinkedIn Top Post di questa settimana è di Andrea Longhi, che ci propone le…
La tecnologia e l’innovazione stanno ridefinendo i tempi, i modi e i linguaggi della comunicazione.…