Poi si dice che i giovani non sono una risorsa per il paese, questo è un esempio di cosa sono in grado di fare quattro ragazzi under 25 anni, di adozione milanese esperti di campagne on line, che si mobilitano per salvare lo storico Teatro Menotti esistente da quarant’anni e che stava per chiudere. Raccolgono in meno di un mese cinquantamila euro, con più di 700 persone per lo più giovani, che danno il loro contributo ad una operazione crowdfunding lanciata dal direttore Emilio Russo e dalle istituzioni, e fatta decollare da questi quattro ragazzi: Davide Dal Maso, Angelo Bottone, Riccardo Russo e Pietro Campanella.
Del Menotti si sono innamorati di quello che rappresenta, salvaguardare i presidi culturali e non farli sparire uno a uno, come è successo per molte sale di cinema. A giugno il destino del Teatro era appeso a un filo, l’intero complesso immobiliare di Via Ciro Menotti 11, viene rilevato e ristrutturato e messo in vendita. La Tieffe che lo gestisce ( il teatro) dal 2010, seconda realtà milanese per anzianità dopo il Piccolo, paga in affitto un canone annuo di 100 mila euro. Secondo il nuovo progetto non poteva rimanere, la società Immobiliare la InvestiRe, le va incontro dando l’opportunità di comprare e dopo varie trattative la cifra accordata sfiora 1,7milioni, inclusi oneri e tasse. A quel punto, la compagnia si fa carico di 1,1milione di mutuo. A giugno mancavano all’appello ancora 600 mila euro: 200 mila coperti grazie a enti e istituzioni e altri 150 mila sempre da quel fronte in arrivo. Dei 250 mila mancanti, 50 mila vengono raccolti sulla piattaforma Eppela ( crowdfunding) e gli altri 30 mila attraverso l’Art Bonus. Rimane l’ultima trance di 170 mila. La raccolta continua e siamo in Luglio, coinvolti anche i tantissimi attori che hanno calcato le scene di questo storico luogo: Claudio Bisio, Ficarra e Picone, Elio delle Storie Tese. Io stessa mi ricordo proprio quando il Menotti si chiamava Elfo, e andavo a vedere Bisio, o Paolo Rossi. Il direttore Russo non molla; la compagnia fu fondata nel 1969 come Compagnia Stabile Teatro dei Filodrammatici. Poi in seguito prese il nome attuale. Rinnovato nel 2012, 500 posti a sedere, mille metri quadri di spazio, grande palco.
Il primo Ottobre è partita ufficialmente la stagione 2019/2020 del Teatro Menotti che festeggia il cinquantenario (1969/2019), proponendo un emozionante cartellone che punta, tra diversi generi e contaminazioni di prosa, musica, danza e poesia, a un teatro d’emozione, con un particolare sguardo rivolto al teatro internazionale.
E’ anche la stagione in cui il sogno di salvare il Teatro Menotti sembra essersi avverato. Ma non finisce l’avventura della grande rinascita del Menotti, un calendario pieno di eventi, musica e spettacoli a respiro internazionale, senza mancare come da tradizione, l’omaggio a quella Milano così amata, quella di Giorgio Gaber, Dario Fo e delle osterie milanesi di cento anni fa, tra musica, comicità e poesia.
“Vogliamo spalancare le nostre porte alle realtà imprenditoriali che vorranno abbracciare questo nuovo progetto per costruire e realizzare insieme una vera e propria partnership a sostegno dell’arte, della cultura e della storia di Milano” così sottolinea Emilio Russo, Direttore Artistico del teatro. Il Menotti, sarà un luogo dove riunire cittadini, sostenitori e partner per la creazione di un unicum vincente sulla scena milanese e nazionale. : www.teatromenotti.org/cantiere-menotti
Il calendario è interessante e soprattutto per tutti i gusti culturali, il pubblico può scegliere come divertirsi
http://www.teatromenotti.org
Tre giorni sold-out hanno dato il via alla “nuova stagione” e in tutti i sensi, del Teatro Menotti. I due artisti che hanno acceso i riflettori e non solo dato che il pubblico è uscito con il sorriso nel cuore oltre che sul viso e la voglia di tornare a teatro. C’ero e posso dirlo! Uno spettacolo veramente coinvolgente e suggestivo, un progetto musicale nato dall’unione artistica tra Alessio Boni e Omar Pedrini in scena dal 1/3 Ottobre. Una scelta di brani potenti ed emozionali, dove il pubblico è trascinato tra ricordi, ritmo, voglia di alzarsi dalle poltrone e ballare. Alla fine la corsa a salire sul palco.
Aneddoti, storie della musica e dei loro protagonisti, letti e cantati o magistralmente interpretati come sempre da Alessio Boni che ha scritto i testi con Nina Verdelli. Una band super, formata da Larry Mancini, Carlo Poddighe, Stefano Malchiodi, accompagna Omar Pedrini molto in forma, e i due si scambiano anche i ruoli di cantante e attore. Un viaggio dagli anni ‘60 a oggi, con le musiche che hanno segnato il nostro tempo e la vita dei due protagonisti in scena.
Alessio Boni che è anche protagonista in tv della fiction per Rai 1 La Strada Di Casa 2, che sta avendo un enorme successo e consenso scrive: “ Questo è uno spettacolo che nasce da un’amicizia e da una serie di coincidenze. A dividere me e Omar Pedrini è solo un anno, io sono del 1966, lui del 1967, da qui il titolo. E un lago: il lago d’Iseo, che separa il bresciano dal bergamasco. Non solo, inconsapevolmente io e lui ci siamo scambiati i sogni: io, da piccolo, avrei voluto fare la rockstar, Omar l’attore. Forse i nostri desideri incompiuti ci hanno dato la spinta per creare questo spettacolo. Cresciuti con gli stessi riferimenti musicali, siamo entrambi convinti che alcune canzoni siano poesie. Poesie spesso perdute, perché i testi sono per la maggior parte in inglese e non tutti li comprendono. Lo scopo di questo concertato è raccontare il contesto e spiegare il testo di una canzone, per poi farlo apprezzare appieno con musica e canto. L’augurio è che, capendo di più, si gusti di più».
Non ho altro da aggiungere se non che, se capitano dalle vostre parti…NON PERDETELI!
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