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Intolleranza e stupidità a confronto con il COVID-19

Il portavoce del sindaco di una piccola città italiana si lamenta di come anche i giornalisti abbiano perso il senso dell’imparzialità e alle conferenze stampa si azzuffino su posizioni politiche. Nel Veneto un imprenditore, seppur sofferente per colpa del COVID-19, va ad una festa e a un funerale. Nello stato del’Albama, negli Usa, un gruppo di giovani studenti universitari organizza una gara COVID-19 dove vince chi si infetta per primo. 

Evidentemente, oltre all’apparato respiratorio, il virus sta colpendo anche il cervello della gente, e se non lo invalidasse del tutto (come nel caso del veneto infetto e degli studenti dell’Alabama), lo rende di sicuro più intollerante. Ma mentre un cervello malato fa idiozie in modo costante, l’intolleranza si manifesta con l’esasperazione causata da un elevato numero di contatti con persone irresponsabili.

Succede a tutti, specialmente a chi osserva le regole, di arrabbiarsi (ma non serve diventare irascibili) notando persone che non indossano le mascherine e non praticano la distanza sociale. In questi casi si crea rabbia e sfiducia al pensiero che con questi tipi in giro non ci si libererà mai del virus.

La tensione nervosa repressa fa litigare tra famigliari e fa diventare petulanti durante gli appuntamenti di lavoro. Inoltre a volte, gli irresponsabili istigano la gente responsabile a reagire, come nel caso di chi entra nei negozi o sui mezzi pubblici senza mascherine. Spesso scoppiano veri e propri litigi che possono sfociare in violenza. Ma l’intolleranza si accumula non solo per via dell’irresponsabile di turno, bensì anche per colpa dei titolari di esercizi o degli addetti dei mezzi di trasporto che non fanno rispettare le regole. Dopotutto non è compito delle persone responsabili far da polizia agli irresponsabili. Da tener conto che l’irresponsabilità ha molte origini, oltre alla stupidità e all’ignoranza (elementi che si esternano nella spavalderia), ci sono motivi politici (sempre mal interpretati), tipo l’affermazione: “la Costituzione mi dà questa libertà” (d’infettare gli altri, si dovrebbe aggiungere); fattori religiosi (Dio protegge me, e non gli altri); fattori ideologici (varie teorie del complotto); e sociali (come forma di protesta).

Tutto ciò esisteva anche prima della pandemia, ma ora il virus ha liberato gli irresponsabili di qualsiasi inibizione. C’è anche da considerare la “herd mentality”. Secondo il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, il 95% dei newyorchesi segue le regole, ma si è osservato che anche i newyorchesi, quando sono ad eventi di gruppo, perdono il controllo individuale per via “dell’effetto gregge” o “comportamento della folla”.

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Dom Serafini

Domenico (Dom) Serafini, di Giulianova risiede a New York City ed è
il fondatore, editore e direttore del mensile “VideoAge” e del quotidiano fieristico VideoAge Daily", rivolti ai principali mercati televisivi e cinematografici internazionali. Dopo il diploma di perito industriale, a 18 anni va a continuare gli studi negli Usa e, per finanziarsi, dal 1968 al ’78 ha lavorato come freelance per una decina di riviste in Italia e negli Usa; ottenuta la licenza Fcc di operatore radio, lavora come dj per tre stazioni radio e produce programmi televisivi nel Long Island, NY. Nel 1979 viene nominato direttore della rivista “Television/Radio Age International” di New York City e nell’81 fonda il mensile “VideoAge”. Negli anni successivi crea altre riviste in Spagna, Francia e Italia. Dal ’94 e per 10 anni scrive di televisione su “Il Sole 24 Ore”, poi su “Il Corriere Adriatico” e riviste di settore come “Pubblicità Italia”, “Cinema &Video” e “Millecanali”. Attualmente collabora con “Il Messaggero” di Roma, con “L’Italo-Americano” di Los Angeles”, “Il Cittadino Canadese” di Montreal ed é opinionista del quotidiano “AmericaOggi” di New York. Ha pubblicato numerosi volumi principalmente sui temi dei media e delle comunicazioni, tra cui “La Televisione via Internet” nel 1999. Dal 2002 al 2005, è stato consulente del Ministro delle Comunicazioni italiano nel settore audiovisivo e televisivo internazionale.

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