SFOGLIANDO IL NEW YORK TIMES DEL 21/01/2021
Tutta la prima pagina dedicata al 46mo Presidente ed al passaggio delle consegne. Ecco i titoli:
– La democrazia ha prevalso: Biden fa voto di raddrizzare la nazione, a tutta pagina, su due righe. Sotto, ancora a tutta pagina, fotografia di Biden con la moglie, con questa didascalia: Il Presidente Biden e Jill Biden, di fronte alla Casa Bianca mercoledì mentre si preparano a diventarne gli abitanti. Biden ha firmato 17 ordini esecutivi nel primo giorno in ufficio.
– Un Presidente formato dalle sue sconfitte così come dai suoi successi. Fin da bambino ha lottato con una lieve forma di balbuzie. Durante una carriera politica di quasi 50 anni, segnata da tragedie personali e sconvolgimenti nazionali, la lotta con le parole è rimasta un fatto centrale della sua vita professionale. Non si è fatto risucchiare dal caos provocato da Trump con la storia delle elezioni truccate, e si è invece concentrato sulla scelta dei suoi futuri collaboratori e si è mantenuto politicamente al centro, posizionandosi come un campione per tutti gli Americani e un punto di unione fra destra e sinistra.
– Prendendo le redini di un paese devastato dalla crisi e dalla discordia; salto storico per la Harris. Biden ha immediatamente cercato di girare l’angolo dalla presidenza di Trump invitando repubblicani a unirsi a lui nella lotta ai problemi economici, sociali e sanitari del paese. Ha recitato le 35 parole del giuramento alle 11.49, 11 minuti prima di quando prescrive la costituzione. La vice-presidente Kamala Harris aveva giurato pochi minuti prima, diventando la donna con la più alta carica politica della storia e la prima donna di colore e di discendenza asiatica a occupare il posto di vice-presidente. Nel suo discorso inaugurale, Biden fra l’altro ha detto: “Abbiamo imparato di nuovo che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E adesso, amici miei, la democrazia ha vinto”.
– Un richiamo per un ritorno alla civiltà, e la verità. L’inaugurazione di Biden è stata notevole per la sua normalità, e per il senso di sollievo che si è diffuso nella capitale per la fine di un’era di continue baruffe e falsità. Ma comincia fra così tanti traumi che non è chiaro se potrà persuadere abbastanza cittadini a entrare insieme in una nuova era. Per farlo deve guidare il paese al di là di divisioni che hanno reso l’uso della mascherina un atto politico e vincere l’accettazione da parte di decine di milioni di Americani che hanno creduto che la presidenza era stata rubata.
– Il passaggio dei poteri porta sollievo a una città da poco assalita dai rivoltosi. Che differenza fra due mercoledì in gennaio: ieri la banda della marina accoglieva il 46mo Presidente con una processione di fanfare, nello stesso luogo dove il mercoledì precedente una banda di rivoltosi rispondeva alla folle chiamata dal 45mo per bloccare il passaggio. Nessun accenno a Donald Trump, che se ne era andato fin dal mattino, primo presidente in 125 anni a rifiutarsi di essere presente al giuramento del suo successore. Biden ha detto: “Questa è una grande nazione. Siamo gente per bene. Dobbiamo vederci non come avversari ma come vicini di casa”.
– Disfando il retaggio di Trump. Con pochi tratti di penna, Biden ha agito per cancellare e ricostruire le politiche del suo predecessore sul clima, l’immigrazione, la pandemia e altro.
– Disprezzo per il senso di responsabilità. L’atto di clemenza di Trump (235 perdoni) mette in mostra la sua animosità verso un sistema di giustizia che cerca di punire la corruzione e il tradimento della fiducia pubblica.
– Una voce potente. La vice-presidente Harris dovrà fare frequenti viaggi al Campidoglio, con il senato diviso a metà fra i due partiti.
– Una giovane poetessa. Amanda Gorman, 22 anni, ha recitato una sua poesia ” La montagna che scaliamo” all’inaugurazione, poesia realistica e unificatrice. Critiche molto positive.
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