Si continua a polemizzare, inutilmente. La gente, tranne qualche idiota, lo ha capito. I politicanti no. Tanto, non c’è cura. Il vaccino è lontano. Si guarisce solo grazie alle proprie difese immunitarie, chi non ne ha è nelle mani del destino. Finché non si trova un farmaco efficace, l’unica difesa è l’isolamento. La dedizione dei medici e l’efficienza della sanità, l’impegno del governo e dei volontari servono solo a prolungare la degenza. Chi ci tiene a sopravvivere se ne stia a casa. Tutto il resto è inutile. Fare politica è sciacallaggio, oltre che offensivo per la memoria di chi non ce la fa.
Da noi i figli se la prendono con la magistratura se osa condannare un genitore che ha rubato. Invece per un re il senso dello stato prevale anche sui grandi affetti. Appena scoperto che il padre aveva accettato una donazione di 100 milioni dall’Arabia Saudita, Felipe lo ha ripudiato e addirittura privato della pensione. Eppure Juan Carlos è stato un monarca di spessore che gestì con fermezza il paese nel difficile passaggio dalla dittatura alla democrazia. Il denaro, però – pur cosciente che prima o poi la figura di merda è inevitabile – esercita un fascino irresistibile su chiunque, persino sul re.
Siccome questa società è popolata soprattutto da cacasotto un po’ vigliacchi, la normalità è scappare al primo segnale di pericolo assieme ai passeggeri, se non prima. Raramente accade che il responsabile rimanga sulla nave e ne scenda per ultimo. In questa situazione eccezionale – cioè compiere il proprio dovere – il protagonista è considerato un eroe. Il caso più recente riguarda Gennaro Arma, comandante del transatlantico in quarantena per due settimane nel porto di Yokohama con 3700 crocieristi a bordo, di cui 600 affetti dal Coronavirus. Non capita spesso che sia un italiano.
Dopo tante notizie tristi, di povera gente che muore e non trova neppure facile sepoltura. Di ospedali congestionati, al limite del collasso. Di chi, impoverendosi, acquista mascherine al mercato nero. Di quei medici e infermieri eroici che lavorano ininterrottamente a sprezzo del pericolo. Finalmente una che ci riporta alle spensierate e allegre abitudini italiche, che sembrano inventate e che invece accadono realmente. Al Cardarelli di Napoli 249 sanitari, senza vergogna né alcun imbarazzo si sono messi in malattia presentando certificati fasulli. Meglio una punizione o calci in culo?
Adesso dobbiamo sperare che siano le famigerate multinazionali, proprietarie delle vituperate industrie farmaceutiche a salvarci dal Coronavirus. Le abbiamo odiate e maledette perché si arricchiscono sui malanni della povera gente. Sarà merito loro, però, se ci libereremo dalla paura e riprenderemo a vivere. Si sbrighino a realizzare il vaccino o almeno un farmaco per curare e bloccare epidemia e contagi. Come ci siamo ridotti così, senza dignità? Non ci si può credere. Ce la facciamo sotto dalla paura. Ma quando il pericolo sarà passato saremo nuovamente ingrati e spavaldi no vax.
Quando una grande amica, con cui si sono divisi tanti momenti belli della vita, se ne va, è un enorme dolore. È come se una parte di noi se ne andasse. È ancora più triste oggi, che non possiamo nemmeno darle l’ultimo saluto. “Mamma è salita al Cielo” è l’accorato messaggio. Donne come Giovanna Scoca Pandiscia dovrebbero essere eterne. Non si può immaginare il mondo senza di lei. Invece non c’è più. Una perdita immensa, non solo per i figli, i nipoti e gli amici, ma per tutti, anche per chi non l’ha conosciuta. Perché la sua esistenza riscaldava chiunque avesse bisogno di un sorriso.
Sembriamo avere dimenticato che lo scudetto non sarà assegnato e le Olimpiadi non si disputeranno. Questo virus dispettoso stravolge le nostre comodità. Nuovi editorialisti dilettanti cui giornali e TG concedono spazio, denigrano chi si preoccupa della salute e trascura l’economia. Che cosa vale la vita contro un punto di PIL? La colpa non è solo di chi ci mette paura, ma della credulità dei cittadini. Anziché riflettere sono preda di menzogne e rancori. Siamo in piena tragedia. In guerra, quando cadono le bombe, si pensa a salvare la pelle. Pazienza se crolla la casa, la ricostruiremo.
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