Dopo aver valutato per anni la proposta del burger bar, quest’anno abbiamo deciso di provare l’offerta del ristorante, separato dal primo dalla cucina a vista centrale. Il menù è piuttosto snello ed è raccontato in un grande foglio dalla grafica curata: si può ordinare alla carta oppure optare per uno dei percorsi degustazione da 3, 5 e 8 portate. Non ampissima, ma ben studiata la proposta vinicola, con la possibilità di farsi consigliare dal preparato direttore di sala circa l’abbinamento migliore.
La nostra cena è cominciata con l’omaggio di una terrina di lingua e orecchie di maiale e con del prosciutto d’oca con torchon di foie gras grattugiato, seguiti da un’ottima baguette calda da accompagnare con burro di Normandia e sale Maldon: una vera e propria droga! Molto equilibrato il vegetariano #1 a base di asparagi, parmigiano, zafferano e prezzemolo proposti in diverse consistenze per un risultato davvero notevole. Eccellente, poi, il torchon di foie gras affiancato da un sorbetto a pulire il palato e da un assaggio di Sauternes per onorare il più classico degli abbinamenti. Molto buoni, per proseguire, i ravioli del plin di cotechino serviti con fonduta di Castelmagno e crumble di gremolada, che a fare i pignoli avrebbero beneficiato di un apporto acido ad alleggerire l’insieme. Notevolissimo, per finire il piccione, cotto alla perfezione e con la coscia coreograficamente servita con la zampetta, purtroppo adagiato su una salsa bernese troppo pungente e aggressiva, seguito da un dolce giustamente leggero e dalla buona acidità composto da mirtilli, cioccolato bianco, sablè e nero di seppia, e da un caffè ben estratto anche se non molto complesso.
In definitiva un’esperienza davvero positiva, con gli unici piccoli appunti per alcune voci che fanno lievitare il costo dalla cena – vedasi i 4€ richiesti per l’acqua e gli altrettanti per il servizio – e per una cucina che ha grandi possibilità, ma sembra scegliere strade già tracciate non osando quanto potrebbe.
Il ristorante è ospitato in una piccola saletta, invero un po’ buia, ed è in grado di accogliere poco più di 10 avventori. Simpatica la possibilità di mangiare sulla mensola “affacciata” in cucina seduti su alti e comodi sgabelli.
Servizio: Preparato, cortese e simpatico.
Voto 4,5/5
Al Mercato, Via Sant’Eufemia, 16 – Milano. Telefono 02/87237167
Recensione tratta da “Il Saporario – Milano” de La Pecora Nera Editore.
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