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Morto a 14 anni per la sfida del Blackout

Morto a 14 anni per la sfida del Blackout

La procura di Milano ha dato mandato alla polizia postale di rimuovere tutti i video che su internet diffondono le pratiche della cosiddetta sfida del Blackout che avrebbe portato alla morte di Igor Maj, 14 anni, biondo, fisico atletico, scalatore, trovato impiccato lo scorso 6 settembre nella sua cameretta alla periferie di Milano. Il «Blackout» o «choking game», diffuso negli Usa tra gli adolescenti fin dal 1995, è una pratica che consiste nel privarsi dell’aria per periodi sempre più lunghi fino a svenire, puntando a sperimentare, al momento della ripresa di conoscenza, un senso di leggerezza, allucinazioni e uno stato di rilassamento generale del corpo. Il provvedimento di ieri è stato emesso d’urgenza dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dalla pm Letizia Mocciaro che indagano per istigazione al suicidio, «attesa la pericolosità del fenomeno e la necessità di interrompere con urgenza la diffusione dei video, tutorial, e messaggi» che facciano riferimento al fenomeno». «Di questa pratica assurda – scrivono ancora i pm – si era iniziato a parlare dallo scorso mese di febbraio, quando un altro 14enne venne trovato in fin di vita a Tivoli, provincia di Roma, strangolato dal cavo della sua Playstation, poi morto qualche giorno dopo all’ospedale Gemelli».

«C’è l’Mp3 droga, la musica a palla che “ha effetti simili all’Lsd” e “vi lascia strafatti dopo 30 minuti”; poi quelli che fanno planking stando sospesi sugli addominali sulla punta di pali ad altezze vertiginose dalle quali potrebbero sfracellarsi oppure quegli altri che si infilano un preservativo nel naso e lo tirano fuori dalla bocca, rischiando il soffocamento se finisce nella trachea; i giovani che credono di ubriacarsi e possono accecarsi versandosi alcolici negli occhi. Alla fine arrivano i ragazzi che si strangolano con una corda o si soffocano con la testa in un sacchetto e, siccome l’ossigeno non arriva più al cervello, svengono finché un assistente (non c’era con Igor) li libera facendoli respirare di nuovo» [Guastella, CdS]

La copertina di Time su Salvini

Il nuovo numero del settimanale americano Time (tre milioni di copie) ha in copertina una foto in bianco e nero di Matteo Salvini con il titolo: «Il nuovo volto dell’Europa». Sottotitolo: «Matteo Salvini, lo zar dell’immigrazione in Italia. È in missione per disfare l’Unione Europea». Il leader della Lega è stato intervistato dalla corrispondente Vivienne Walt. Salvini si è lamentato delle regole, dei vincoli e dei numeri, ha rivendicato l’obiettivo di «ristabilire lo spirito europeo che è stato tradito da coloro che governano questa Unione» e si è mostrato assai ottimista riguardo alle elezioni del 2019, da cui conta di uscire trionfatore alla testa del fronte sovranista: «L’obiettivo è creare una maggioranza senza socialisti come Macron e Renzi, e creare nuovi equilibri nel Parlamento e nella Commissione».

La vetrina internazionale del Time è stata dedicata prima che a Salvini soltanto a sei politici italiani: Berlusconi, Monti, Berlinguer, Togliatti, De Gasperi, Mussolini.

Obituaries – Guido Ceronetti

Guido Ceronetti (Torino 1927 – Cetona 2018). Scrittore. Poeta. Giornalista. Filosofo. Drammaturgo. Traduttore. Ultimo libro, Messia, raccolta di poesie uscita per Adelphi nel 2017. L’anno prima aveva pubblicato Per le strade della Vergine, autobiografia che arrivava fino al 1998, pensata postmortem e poi pubblicata con lui in vita. Ha tradotto e commentato alcuni tra i libri biblici più ostici (Qohélet o l’Ecclesiaste nel 1970, Il Libro di Giobbe nell’82) o più famosi (Il libro dei Salmi uscito in prima edizione nel 1955, il Cantico dei Cantici vent’anni dopo), oltre a diversi classici della letteratura latina come gli Epigrammi di Marziale (1964), Le poesie di Catullo (1969), Le satire di Giovenale (1971). Nel 1970 fondò con la moglie Erica Tedeschi un teatro di marionette da “appartamento”: il Teatro dei Sensibili, inizialmente ospitato nell’abitazione della coppia ad Albano Laziale (Roma) e dal 1985 itinerante. Animalista e vegetariano dal 1957.  Misoneista: disdegnava biro, computer, cellulare e televisione; amava la stilografica, la macchina da scrivere, il telegrafo e il cinema. Nel 2008 aveva avuto il vitalizio della legge Bacchelli per i «cittadini illustri». Sosteneva che «l’uomo è perduto qualunque cosa faccia».

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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