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No a tutto

Ci interroghiamo attoniti di fronte ad un fenomeno che appare inedito. Ma non è così.
La novità è che all’autolesionismo economico e culturale si è aggiunto incredibilmente anche quello sanitario.
Tutto dipende da un avverbio brevissimo. Si tratta di “no”.

È il segreto della modernità. Basta anteporre la negazione come prefisso di qualunque determinazione per essere sicuri di avere ragione.
Oggi sei noVax, noPass, noTax ma in precedenza sei stato noTav, no inceneritore, no discarica, no isola pedonale. E in futuro chissà a quante cose sarai contrario.

È un atteggiamento di grande convenienza e comodità. Mentre uno che assente deve avere almeno una vaga idea di quanto sta accettando, uno che rifiuta va sul sicuro e non avrà nemmeno sensi di colpa o pentimenti perché non prova nemmeno a capire quali siano le alternative in gioco.

Questo geniale approccio al mondo lo hanno inventato i 5Stelle in epoca pre Conte (anche se in seguito è stato scippato loro da Salvini e Meloni).
Era la loro risposta alle grandi fregature del “sistema”.  Non bisognava accettare nulla di quanto venisse proposto dal “potere”.

Ogni iniziativa era uno sfregio all’ambiente, ogni azienda sia industriale che agricola un mostro inquinante. Ogni interesse era illecito, ogni business malavitoso.
In fondo che l’Italia fosse un paese in stagnazione, da 20 anni immobile, a crescita zero era già un buon punto di partenza per la “felice” decrescita.

I no vax sono una evoluzione della specie, con mille sfumature interne.
La più interessante è la sottospecie dei no greenpass vaccinati: “sì, è vero, ho fatto il vaccino ma non sopporto di doverlo ammettere, mostrandolo”.

La confusione regna sovrana: la manifestazione no vax finisce con la distruzione della sede della Cgil, quella Cgil che aveva stupito molti dei suoi sostenitori opponendosi al greenpass per la mensa aziendale, creando così un’inedita diffidenza e imbarazzo a sinistra.

Tutti -anche per motivi opposti- si appellano alla “libertà”: la libertà di non vaccinarsi contro la libertà di non essere infettati dai non vaccinati.
Molti rivendicano una libertà individuale contro la “massificazione” dei trattamenti sanitari anti pandemia, salvo essere poi protetti dall’effetto “gregge” che sta salvando tutti, soprattutto i non vaccinati.

E poi ci sono gli intellettuali che erano abituati ad avere l’esclusiva sull’analisi dei mali del Paese -catastrofisti con licenza di indignazione- che di fronte alla catastrofe vera non si raccapezzano più e gridano al golpe efficientista e tecnocratico di Draghi.
Cominciano a temere che sia davvero cambiato tutto, che si debba ricominciare a studiare sul serio e che sia finita la loro rendita di posizione.

La verità è che molti Italiani -per colpa della scuola, dei genitori, del fato- non sono mai entrati nella età adulta e alla domanda: “ma perché?” sanno solo rispondere (come ogni bambino) “perché no!”.

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Gianluca Veronesi

Nato ad Alessandria nel 1950, si laurea in Scienze Politiche, è Consigliere comunale ad Alessandria per tre legislature, Assessore alla cultura ed al teatro, poi Sindaco della città. Dirigente Rai dal 1988 al 2018, anni in cui ricopre vari incarichi:Assistente del Presidente della RAI, Direttore delle Pubbliche relazioni, Presidente di Serra Creativa, Amministratore delegato di Rai Sat. E' stato consigliere dell’istituto dell’autodisciplina Pubblicitaria e del Teatro Regionale Alessandrino.

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