L’informatica che poteva essere la grande rivoluzione culturale nella storia dell’uomo, dall’invenzione della ruota, si è rivelata un danno enorme. Doveva ampliare la conoscenza, abbreviare le distanze e avvicinare popoli lontani. Invece, ha solo appiattito l’immaginazione dei giovani, che ormai ne sono schiavi, e spento il loro entusiasmo. Ha assorbito innumerevoli posti di lavoro e consentito ai frustrati di seminare odio, rancore e malevolenza. Deve tornare a essere uno strumento di dialogo e utilità sociale. O sarà la rovina del mondo.
Come le anime del Paradiso che sono tutte ugualmente beate nonostante la differente distanza da Dio, noi siamo tutti disonesti, sia se possiamo approfittarne, sia se non ne abbiamo la possibilità. Allora giudichiamo gli altri. Non appena, però, ci avviciniamo al potere ci comportiamo come chi biasimavamo. La ricchezza abbaglia. Ecco perché l’occasione fa l’uomo ladro. Ma, per fortuna, noi lo siamo già di natura. Ci scandalizziamo se un’ex ministra si tiene l’appartamento che le spetta per la funzione istituzionale. Lei si è giustamente offesa. Perché dovrebbe essere più stupida degli altri?
Mi ha fatto piacere che l’Italia del Calcio abbia battuto anche l’Armenia. Sono sempre contento se gli azzurri vincono. Mi ha disturbato, però, l’esagerata esultanza dei cronisti e soprattutto quella dei giocatori. Non stavamo vincendo con i campioni del mondo. È vero che, col 9 a 1, abbiamo battuto tanti record che sopravvivevano da mezzo secolo. Ma erano avversari molto modesti. Persino il Messina o i pulcini dell’Ivrea li avrebbero battuti. Tanti abbracci e salti di gioia, da scolaresca delle elementari, sporcavano una vittoria scontata. Se si esulta dopo tre gol si cade nel ridicolo.
Sono persone normali che, però, delusi della società, non comunicano più con i loro simili. Perché non uccidono né rubano, non odiano e neppuremendicano privilegi. Noi li giudichiamo sporchi e puzzolenti e li consideriamo un peso per la società. Invece, non solo non ci costano nulla. Anzi, ci sanno esempi utili. Infatti non chiedono un lavoro né un funerale. Non pesano sulla sanità né beneficiano della cassa integrazione. Anormali, invece, siamo noi, che non ci accorgiamo delle emozioni che la vita ci offre e, per inseguire denaro e successo, rinunciamo persino alla dignità.
Per distinguere chi l’ha subìta davvero da chi la inventa per ricavare pubblicità o risarcimenti, le procure di Hollywood e dintorni suggeriscono alle presunte vittime di presentare le denunce in tempi rapidi, anziché tanti anni dopo. Non saranno accettate lamentele a rate, né quelle avvenute in altra epoca perché difficili da accertare. Non sono valide neppure quelle accadute dopo avere ottenuto contratti milionari. Anche per rispetto delle migliaia di donne violentate davvero ogni giorno per le strade e in casa, senza avere chiesto nulla ai pezzi di merda che spesso rimangono impuniti.
Non è giusto bocciare un ragazzo in prima media. Lo ha deciso l’alta magistratura amministrativa in seguito al ricorso di un genitore che vuole il figlio promosso, seppure ignorante. Ecco l’Italia del terzo millennio. E la politica non c’entra. Sembra che i giudici lo facciano a posta a alterare l’equilibrio del paese e attirarsi anche le antipatie dei cittadini probi. Non solo emettendo sentenze grottesche, ma cadendo nel ridicolo quando esercitano il potere in settori in cui non hanno diritto di inserirsi. È come se ci fosse un disegno per discreditare la Giustizia, che con la cultura non c’entra nulla
Quando si dice la fortuna. Poteva essere un’ecatombe, invece le vittime furono solo 43. I danni ammontano a miliardi, mentre I disagi sono gratis. E ci lamentiamo pure. Era la vigilia di Ferragosto, neppure sul ponte Morandi c’era traffico. Le indagini, vanno a rilento. Ogni tanto si scopre la prova di alcune negligenze. Però, ci vorranno anni per formulare le accuse. Prima di arrestare chi ha retribuzioni milionarie di solito si aspetta la prescrizione. Speriamo solo che non ci siano altre tragedie. L’Italia è piena di viadotti pericolanti e purtroppo di criminali che ne trascurano la manutenzione
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