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Perchè Germania ed Olanda non vogliono gli eurobond? Facciamo 2 conti

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Perchè Germania ed Olanda non vogliono gli eurobond?

Insomma un titolo del debito europeo, rappresentando la media delle economie continentali, pagherebbe un interesse un po’ più basso di quello che pagherebbe un titolo italiano e un po’ più alto di quello che pagherebbero un titolo tedesco o olandese. Questo significa che, di fatto, Germania, Olanda e gli altri che non hanno il nostro debito sul groppone ci regalerebbero denaro a fondo perduto. «Ai tassi attuali un euro-bond da 500 miliardi a 30 anni pagherebbe l’1% contro il 2,54% italiano. Tenuto conto delle quote al capitale di garanzia, il maggiore onere di interessi nei 30 anni ammonterebbe a 40 miliardi per Germania e 8 per Olanda, a beneficio di Italia, Spagna e Portogallo». Certo, tutto sarebbe meno arduo, nella discussione che ci vede additati al pubblico ludibrio dagli olandesi e della Welt, se mostrassimo un’intenzione seria – magari documentata – di abbattimento del nostro debito, magari negli anni a venire [Penati, Rep].

«Nel mondo ideale la medicina dovrebbe essere proporzionale alla malattia, non alla capienza del portafoglio del paziente. Ma il mondo ideale non esiste. Tanto meno in economia. Lo dimostrano i pacchetti di aiuti che ogni Stato sta varando per far fronte all’emergenza coronavirus: in Europa i Paesi più colpiti da questo virus, cioè Italia e Spagna, sono tra quelli che stanno mettendo in campo le minori risorse in percentuale al Pil per farvi fronte. I dati, elaborati da Pictet Asset Management escludendo le garanzie statali, parlano chiaro: al 31 marzo l’Italia aveva messo in campo risorse statali pari all’1,4% del Pil, la Spagna pari all’1,3%, la Francia pari all’1,8% e la Germania pari al 3,5%. Col paradosso che ai Paesi che più hanno bisogno di una cura da cavallo è arrivata la medicina annacquata. Motivo: il caso ha voluto che i Paesi più colpiti dal virus fossero anche quelli con il portafoglio meno capiente. Cioè quelli più indebitati e meno forti in termini di bilancio pubblico» [Longo, Sole].

Clamoroso

Filippo Inzaghi non vuole andare in tv. «Ho sempre rifiutato. Non potrei criticare uno che svolge il mio lavoro, perché sono consapevole di quanto sia difficile. Se sei in tv hai sempre ragione e a me non va di passare per quello che sa tutto». 
Sulla sua malattia per il calcio: «Ho un amore folle per questo mestiere. Mi piace tutto, adoro anche i sacrifici, se si possono chiamare così quelli che toccano a noi. E per me la categoria non conta: la A è uguale alla C, chiedo solo di fare ciò che amo. Sono stato felice a Venezia, anche a Bologna nonostante le difficoltà. E lo sono a Benevento». 
È malato di calcio. «Quando giocavo nella Juve e nel Milan, i compagni il lunedì prendevano i tabellini di C1 e C2 e mi interrogavano. Dove gioca questo? E quest’altro? Non sbagliavo un giocatore. E nemmeno mio fratello» [Agresti, CdS].

In prima pagina

• Rimarrà tutto chiuso fino al 3 maggio. L’hanno detto i sindacati dopo aver parlato con il premier Conte. Il nuovo decreto è atteso entro domani
• In Italia è tornato ad aumentare il numero di nuovi contagi e di morti giornaliere rimane però alto quello delle persone guarite. Ottantotto ricoverati in meno in terapia intensiva. Cresce il dramma dei medici morti: oltre 100. Il governo ha annullato l’ordinanza del sindaco di Messina ma Musumeci ha chiuso lo Stretto fino a martedì. Il Viminale rafforza i controlli per Pasqua. Il quotidiano tedesco Die Welt, contrarissimo a dar soldi all’Italia senza il controllo della Troika, ha scritto che «la mafia sta aspettando i finanziamenti a pioggia di Bruxelles». Di Maio s’è infuriato. Il documento dell’Eurogruppo limita il ricorso al Mes senza condizioni: quesi soldi si potranno adoperare solo per interventi nel settore della sanità. Inquietudine a Roma
• Nel mondo abbiamo superato il milione e mezzo di contagi. A New York nuovo record di morti in un solo giorno: 799. In Spagna rallenta il numero di decessi: per il premier Sánchez è stato raggiunto il picco. Le frontiere polacche restano chiuse fino al 3 maggio. In Bielorussia i casi di contagio sono arrivati a 1.481 e pensare che il presidente Lukashenko aveva detto che «qui il virus non c’è». Gli U2 donano 10 milioni alla sanità irlandese. In Afghanistan anche i talebani combattono la pandemia
• Il Senato ha approvato il decreto Cura Italia su cui il governo ha posto la fiducia. Dure polemiche dell’opposizione che ha votato contro. Il clima di collaborazione è già finito
• Tagli alla produzione di petrolio concordati tra arabi e russi. Ma il prezzo del barile non ne risente. Gli arabi comprano azioni delle compagnie petrolifere, tra cui quelle dell’Eni
• L’Argentina non ha soldi per pagare i debiti ed è di nuovo vicina al fallimento
• Altri 6,6 milioni di statunitensi hanno richiesto il sussidio di disoccupazione nell’ultima settimana e si sono aggiunti ai 10 milioni che già l’avevano fatto. La Fed ha annunciato uno stanziamento di altri 2.300 miliardi di dollari a sostegno dell’economia statunitense
• Per la prima volta in Cina cani e gatti sono stati esclusi dall’elenco ufficiale degli animali commestibili
• Fca ha trovato l’accordo con i sindacati per far ripartire gli stabilimenti in sicurezza. L’intesa è stata approvata da Burioni
• I campionati italiani di pallavolo di ogni serie e categoria non si concluderanno. Gli scudetti non saranno assegnati e non ci saranno né promozioni né retrocessioni
• È morta Linda Tripp, che registrò le telefonate dell’amica Monica Lewinsky e diede così inizio allo scandalo che coinvolse Bill Clinton.

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Giorgio Dell'Arti

Nasce a Catania il 4 settembre 1945. Giornalista dal ’69 a Paese sera. Passa a Repubblica nel ’79: inviato, caposervizio, redattore capo, fondatore e direttore per quattro anni del Venerdì, editore del mensile Wimbledon. Dirige l’edizione del lunedì de Il Foglio, è editorialista de La Stampa e La Gazzetta della sport e scrive per Vanity fair e Il Sole 24 ore. Dell’Arti è uno storico di riconosciuta autorevolezza, specializzato in biografie; ha pubblicato (fra gli altri) L’uomo di fiducia (1999), Il giorno prima del Sessantotto (2008) e l’opera enciclopedica Catalogo dei viventi - 7247 italiani notevoli (2008, riedizione de Catalogo dei viventi - 5062 italiani notevoli, 2006). Tra gli ultimi libri si ricordano: Cavour - Vita dell’uomo che fece l’Italia (2011); Francesco. Non abbiate paura delle tenerezza (2013); I nuovi venuti (2014); Moravia. Sono vivo, sono morto (2015); Bibbia pagana (2016).

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Tag: eurobondue

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