Come tutti i giorni ecco tre estratti dall’Anteprima di Giorgio Dell’Arti: 12 aprile 2018.
Facebook, con una capitalizzazione di borsa di 500 miliardi di dollari, dà lavoro a 21 mila persone. General Electric, Ford, Ibm e At&T con una capitalizzazione di borsa complessiva che supera a malapena i 550 miliardi a 1 milione e 100 mila [De Paolini, Mess, recensione all’ultimo saggio di Massimo Gaggi Homo premium, Laterza].
Esoscheletri
«Il Lingotto ha chiesto a una decina di operai, che hanno accettato su base volontaria, di indossare un “esoscheletro”, una specie di tutore che può sostenere gli arti inferiori, quelli superiori o il busto. Non a caso è utilizzato nell’ingegneria biomedica come protesi per i disabili. A Melfi sono tre i prototipi messi alla prova per due ore al giorno su ogni volontario. Il primo serve a supportare le braccia di chi deve tenerle alzate e allungate ad altezza superiore alle proprie spalle, per esempio per montare le antenne sul tettuccio dell’auto; il secondo funge da sostegno per la schiena di chi svolge mansioni che richiedono flessioni del tronco. Il terzo è costituito da due staffe pieghevoli che, posizionate dietro le gambe, aiutano chi – magari impegnato a installare il paraurti – è portato a piegarsi e rialzarsi in modo alternato: in pratica, il macchinario diventa una specie di sedia quando si va giù. La Fiom Cgil ha interpellato i pochi che hanno provato questi strumenti e le risposte sono state varie: per qualcuno sono utili, per altri no e c’è pure chi li ritiene dannosi. Il sostegno alle braccia, per esempio, è stato trovato fastidioso da chi lavora con il gomito all’altezza della spalla, perché aiuta ad alzare l’arto superiore ma richiede più fatica per riabbassarlo. Tra chi invece ha usato il supporto al busto, c’è addirittura un lavoratore che ha sentito un dolore alla schiena. Critiche sono state anche alcune “cavie” del terzo modello, quello per le gambe». I sindacati sono divisi sulla posizione da prendere [Rotunno, Fatto].
Un film della Rai su Bettino Craxi
La Rai sta preparando un film su Bettino Craxi. Si dovrebbe intitolare Hammamet. La regia sarebbe di Gianni Amelio, nel ruolo di Craxi si parla di Pierfrancesco Favino. Uscita prevista nel 2019, a ridosso del ventennale della morte del leader socialista. «Sfida spiazzante perché da almeno 30 anni, nell’immaginario di una parte del Paese, Craxi è stato – e resta – uno dei simboli della vecchia classe dirigente, un simbolo che nelle versioni più antipatizzanti, è passato alla storia come “il latitante”, il “cinghialone” e via di questo passo. Una parte del Paese – quella del cappio e del “sono tutti ladri” – che da circa un mese è maggioranza nel Paese e per la Rai co-produrre questo film è diventata a prima vista un’impresa ancor più controcorrente» [Martini, Sta].
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