«Deve rivolgersi a chi ha scritto la legge, non a Inps che la applica»; «Perché non va sul sito Inps e richiede il Pin che ci vogliono 5 minuti? O è troppo impegnata a farsi i selfie?»; «Le consigliamo di non scrivere che suo figlio lavora in nero, se fa domanda per il reddito rischia fino a 6 anni di prigione». Sono alcune delle risposte ricevute dagli utenti che chiedevano informazioni e chiarimenti sul reddito di cittadinanza nella pagina Facebook “Inps per la famiglia”, account nato per informare i cittadini sulla misura del governo gialloverde per la quale, va ricordato, l’Istituto di previdenza ha ricevuto 806 mila domande. In questi giorni la pagina Fb di Inps è stata letteralmente sommersa non solo dai dubbi degli utenti, ma anche da migliaia di lamentele sugli importi diversi da quelli attesi e di battute di persone contrarie al reddito. Tanto che il social media manager incaricato di gestire i commenti a un certo punto ha perso la pazienza e ha cominciato a rispondere a tono, lamentandosi della difficoltà di «rispondere a 200 mila utenti in tempo reale» sulla pagina.
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