Il gelato di Silvano è effettivamente un “Gelato d’altri tempi”. È presente, infatti, in zona Nizza Millefonti, a due passi da Piazza Carducci e dalle Molinette, dagli anni ‘60, ed utilizza da sempre le migliori materie prime a partire da latte, panna, uova, frutta fresca e secca. E non a caso, parlando di frutta secca, il suo pistacchio è uno dei migliori in città, facendo percepire molto bene la nota tostata e leggermente salina del frutto di Bronte.
Per la nostra pausa abbiamo assaggiato, oltre alla sua panna soffice e dall’ottimo sapore di latte, tre dei suoi classici più amati, anche da clienti affezionati che qui ci vengono apposta: il bacio di Alessandria (base mascarpone con nocciole intere e scaglie di cioccolato bianco), la crema all’arancio (con scorzette d’arancia Agrimontana tritate finissime e una punta di Grand Marnier) e la crema di riso (con riso del vercellese cotto nel latte a fuoco lento), quest’ultimo dal gusto ottimo e una dolcezza equilibrata, ma con un’eccessiva cremosità a discapito della struttura, difetto da imputare, forse, anche al fatto che il gelato fosse stato appena preparato. Tra gli altri gusti a base crema da segnalare il torroncino (con torrone “Sebaste” in pezzi e nocciola Igp Piemonte), gianduja (con cacao fondente e nocciole Igp Piemonte e liquore amaretto) e Mocaccino (caffè con panna e scaglie di cioccolato fondente); nella stagione estiva sono disponibili granite tipo siciliano (mandorle, caffè, frutta di stagione), anche queste molto amate come dimostrano le code davanti al locale.
Un interno recentemente ristrutturato sui toni del grigio e del tortora e, nei mesi estivi, un ampio dehor coperto accolgono il cliente e permettono di consumare qui la colazione, una coppa dal gusto retrò anni ’80 e una pausa pranzo a base di insalate, piatti freddi e cucinati.
Servizio: Asciutto e riservato, ma competente nella mantecatura e posizionamento del gelato sul cono.
Voto 3,5/5
Silvano Gelato d’altri tempi, Via Nizza, 142 Nizza Millefonti – Torino. Telefono 011/6677262.
Recensione tratta da “Il Saporario – Torino” de La Pecora Nera Editore.
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