I seimila soldati schierati al confine tra Usa e Messico sono stati autorizzati a usare «la forza letale» contro i circa 500 disperati giunti da Guatemala e Honduras che sperano di entrarte in qualche modo negli Stati Uniti. Il Washington Post scrive che l’amministrazione americana vuole che i migranti restino in Messico finché la loro richiesta d’asilo non sarà stata esaminata ed eventualmente approvata. Saranno ammessi solo quelli che possono provare un «ragionevole timore» di persecuzioni.
«Ogni minuto che passa, secondo uno studio della società americana Qmee, su Facebook appaiono due milioni e mezzo di post, quasi due milioni di “mi piace” e vengono caricati 350 giga di dati. Contemporaneamente nascono 571 nuovi siti e solo su WordPress (la piattaforma di blog più famosa) vengono pubblicati 347 post; nel frattempo su Twitter compaiono 278 mila nuovi cinguettii. E poi ancora vengono inviati 204 milioni di email, su YouTube si caricano 72 ore di filmati e su Instagram appaiono 3.600 fotografie (tendenzialmente paesaggi, gambe distese sulla spiaggia e piatti pieni di cibo). Non basta un giorno per leggere o vedere tutto quello che in un minuto viene caricato sul Web» [Vietti, Foglio]
Dagospia scrive che il vero padrone di D&G è Domenico Dolce (quello pelato), che controlla tra il 70 e il 90% della società. A Shanghai, dopo le gaffe di martedì, l’hanno visto piangere. «A Milano circola la voce di un imminente divorzio professionale tra i due. Il fatto grave è che un terzo del giro d’affari di D&G viene dalla Cina dove da oggi non è più possibile comprare nulla del marchio sulle varie piattaforme internet dove i cinesi fanno il 90 per cento dei loro acquisti. I cinquanta negozi sparpagliati per il paese hanno infatti una mera funzione promozionale. Costano tra l’altro un botto, e pare che l’ordine governativo sia di lasciarglieli aperti per far loro spendere inutilmente un sacco di soldi. Gli esperti di politica economica cinese dicono che questa è solo la prima di tante rappresaglie: potrebbe anche partire un serio boicottaggio internazionale». Secondo Filippo Santelli di Repubblica il boicottaggio di D&G potrebbe costare alla ditta sui 36 milioni di euro l’anno.
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