Idea-Azione

Un dramma raccontato in forma di fiaba

C’era una volta… l’Occidente ed era una gran bella parte del Pianeta. Era:

  • variegato, composito, multiforme nei suoi aspetti materiali e intellettuali;
  • religioso con diversa intensità nelle sue componenti, per così dire, “spirituali” (si andava dai furori fideistici degli Spagnoli dell’”Inquisizione” e della “Conquista” Centro-americana ai comportamenti più tolleranti (e meno ostili alla ricchezza) degli anglicani-calvinisti, passando per i protestanti luterani;
  • filosoficamente non proprio omogeneo (con punte di rigoroso e astratto idealismo espresse dai tetragoni tedeschi all’empirismo concreto e pragmatico dei duttili anglosassoni) ma sempre orgoglioso della sua asserita cultura, delle sue opere d’arte e architettoniche, dei monumenti eretti alla poesia, alla letteratura, alla saggistica, alla sapienza accademica e non…

C’era una volta… soprattutto un insieme di individui sostanzialmente appagati di avere dato forme civili e avanzate di governo alle proprie collettività, dalla polisgreca, alla res publica romana, alla liberal-democrazia dei nostri tempi; forme che avevano attirato l’attenzione del mondo e che erano state largamente imitate.

Come sempre avviene, v’erano state, nel processo di formazione, punte contrastanti di azione e di pensiero e anche conflitti molti atroci.

Nessuno, però, aveva previsto che il diapason della tragedia sarebbe stato raggiunto nel cosiddetto “secolo breve”. Era apparsa, incontestabilmente, l’esistenza di un cancro, non inguaribile ma gravissimo.

Era avvenuto che, accanto all’intolleranza religiosa e al dispotismo teocratico, l’idealismo filosofico tedesco aveva partorito i due mostri del fascismo e del comunismo, che avevano invaso anche altri Paesi del Pianeta in un batti-baleno (considerati i miliardi di anni dei tempi cosmici) costringendo la parte empiristica e tollerante del Vecchio e del Nuovo Continente a correre ai ripari con due guerre mondiali devastanti e una terza definita “fredda”.

Dopo quel momento altamente drammatico, le cose non erano più andate al posto giusto. Il liberalismo democratico, padre del capitalismo produttore indefesso di beni e di servizi, apprezzati sull’intero globo, aveva prodotto altri due frutti avvelenati: il monetarismo bancario (ci si può arricchire vendendo solo denaro) e la globalizzazione selvaggia (non v’è bisogno di collettività bene organizzate e ordinate).

Nulla più era stato come prima. Molte certezze erano sembrate irrimediabilmente destinate a crollare ed erano, infatti, rovinosamente cadute. Erano subentrati il caos e la confusione dei linguaggi; ed erano cessate le possibiltà di conversazioni non “urlate” su singoli aspetti della vita collettiva. Nessuno intendeva più ascoltare gli altri, ma solo far prevalere il proprio punto di vista. Il consumismo e la ricerca di beni materiali avevano allentato i vincoli di una vita improntata a valori ambiguamente definiti “spirituali”; la Chiesa aveva perduto parte del suo carisma per gli scandali prima finanziari (Marcinkus, Calvi, Sindona e via dicendo, per limitarci al Bel Paese) e poi sessuali (pedofilia, su scala mondiale); aveva pensato di recuperare la forza (o la violenza?) delle origini aprendo le porte dell’Occidente ai mussulmani; il crollo del nazifascismo e del socialcomunismo avevano inferto un duro colpo ai seguaci dell’idealismo tedesco di destra e di sinistra, ma in conseguenza del marasma i fascisti scoprivano i confusi valori socialisteggianti della Repubblica di Salò e alcuni di loro facevano persino i sinistrorsi mentre i comunisti sposavano le idee neo-liberiste di banchieri e di bancari (e prendevano da essi l’ossigeno necessario per restare in vita) e accettavano l’idea di una dittatura dei ricchi paperon dei paperoni di New York e di Londra.

L’Occidente era giunto così al punto di svolta della favola: la sua profonda spaccatura.

Da una parte v’erano gli Anglosassoni del Vecchio e del Nuovo Continente, dall’altra, gli abitanti della parte non insulare dell’Europa.

Perché ciò è avvenuto? Che cosa hanno capito i popoli anglosassoni per abbadonare le acque agitate in cui ancora si trovano gli Euro-continentali?

In primis, hanno costatato che da grandissime potenze industriali stavano perdendo progressivamente colpi nei confronti di Paesi produttori emergenti come Cina, India, Russia, Indonesia; e ciò, a causa della non competitività dei loro prodotti per l’alto costo della manodopera e del Welfare. In altre parole, l’assenza di dazi doganali protettivi li condannava alla sudditanza economica e alla povertà.

In secondo luogo, hanno capito che si stava assottigliando il patrimonio delle industrie nazionali non tanto per effetto di movimenti azionari quanto per la “delocalizzazione” degli opifici produttivi in Paesi a basso costo di mano d’opera.

In terzo luogo, hanno intuito che si stava ingigantendo la dipendenza degli Esecutivi nazionali dal sistema creditizio e l’ingovernabilità della società civile, per la forte immissione di immigrati; e ciò perché la “zoppìa” delle imprese di produzione per le ragioni dianzi esposte richiedeva sia un forte ricorso al credito delle banche, sia la chiusura di un occhio (o due) sui flussi esteri di lavoratori a basso costo.

In ultima analisi, i Paesi Anglosassoni hanno intuito che la stessa liberal-democrazia stava per andarsene a pallino sotto la spinta dello strapotere finanziario e la pressione esagitata di masse crescenti di gente insoddisfatta e incapace d’integrarsi in tempi brevi.

Che cosa, allora, hanno fatto quei popoli pratici e privi di ubbìe filosofiche (sinceramente o falsamente) umanitaristiche?

Hanno tirato i remi in barca e, rivedendo, principi liberali sorti in un ben diverso contesto storico e geografico, hanno reintrodotto dazi doganali e chiuso le frontiere agli immigranti; hanno reso, in tal modo, del tutto vano il tentativo di delocalizzare le imprese per guadagnare di più e stroncato l’impoverimento progressivo del patrimonio nazionale industriale; hanno spezzato il cordone ombelicale che li legava alle banche, costringendoli a mettere sempre da parte denaro dei contribuenti per ripianare inevitabili deficit di bilancio degli istituti di credito e per sostenere le spese di accoglienza degli immigrati; hanno riportato i due Paesi (l’America del Nord, subito, la Gran Bretagna in un domani in cui sarà finalmente libera dai legami costrittivi e asfittici con l’Unione Europea) al livello che competeva loro, per il loro potenziale produttivo ed economico.

Trump e May

Naturalmente, il sistema mass-mediatico dipendente dal finanziamento bancario ha sparato ad alzo zero contro la Brexit e contro la presidenza di Donald Trump e continua a non risparmiare i suoi colpi contro i “sovranisti” e “populisti” che vorrebbero far realizzare la stessa politica ai Paesi Euro continentali dopo avere trasformato l’Unione Europea dei banchieri e dei bancari in una Confederazione politica di Stati indipendenti e autonomi dalle direttive di Wall Streete della City.

Nell’Europa del Continente la guerra dei banchieri trova ancora numerosi alleati: primo tra tutti, il tasso d’irrazionalità fantasiosa, di natura sia religiosa (ebraica, cristiana, cattolica o protestante, e, poi anche se soltanto in frange ridotte, islamica) sia filosofica (idealistica tedesca, cosiddetta di destra, fascismo, o di sinistra socialcomunismo) da cui la collettività occidentale è permeata in percentuali dette in alcuni Paesi (come l’Italia, ma forse non solo) “bulgare” (id est: 99,99%).

Le “verità” rivelate dalle autorità religiose o i fanatismi ideologici insegnate dai “maestri del pensiero accademico”, trovano nell’irrazionalità una forza e un propellente ineguagliabili (anche se non provocavano più guerre) per “bordate” polemiche micidiali degli uni contro gli altri.

I “pensatori liberi” sono sempre più rari.

La qualifica è sempre meno ambita e ancor meno contesa, perché pone i seguaci della libertà non condizionata da dogmi e da assiomi, “automaticamente” fuori, da ogni contesto operativo, sotto il profilo del pensiero sia politico sia speculativo.

Molto ambito è, invece, il titolo di “intellettuale” per il quale basta avere una buona cultura (quella, naturalmente, dominante, quindi irrazionale e prontamente barattabile per effetto di ogni asserita, diversa folgorazione mentale), dichiararsi (senza onere della prova) cultore di studi riconducibili a un asserito ed elastico “valore umanistico” per giustificare la propria pretesa di esercitare influenza nell’ambito di un’organizzazione politica e di contribuire a determinare un certo indirizzo ideologico o accademico.

Sotto la guida “illuminata” di tali intellettuali e di professionisti incolti della politica, la guerra continua…

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Luigi Mazzella

- Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale - Ex Ministro per la Funzione Pubblica - Avvocato Generale dello Stato emerito - Scrittore e giornalista ATTIVITA’ SVOLTE: 1 – Direzione di pubbliche istituzioni nazionali e regionali svolta in modo autonomo: a) Commissario Straordinario alla Gestione Autonoma dei Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1974 al 1978 (nominato dal Ministro dello Spettacolo On. Adolfo SARTI). b) Commissario Governativo dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico” dal 1979 al 1986 (nominato dal Ministro della Pubblica Istruzione Sen. Giovanni SPADOLINI). c) Commissario Straordinario dell’IDISU (poi ADISU) Università di Tor Vergata di Roma, dal 1993 al 1997, nominato dalla Regione Lazio. d) Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro – Sezione Autonoma di Credito Cinematografico (SACC) dal 1984 al 1990. e) Vice Presidente del Consiglio Direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana, plurisecolare istituzione musicale di rilevanza nazionale. f) Membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia” per due mandati consecutivi. 2 – Incarichi direttivi in Gabinetti Ministeriali: a) Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1970 al 1973 (Vice Capo di Gabinetto). b) Ministero dei lavori pubblici dal 1973 al 1975 (Capo dell’Ufficio Legislativo). c) Ministero della difesa dal 1979 al 1983 (Consigliere Giuridico del Ministro). d) Ministero per il turismo e lo spettacolo dal 1983 al 1985 (Capo di Gabinetto). e) Ministero dell’ambiente dal 1986 al 1987 (Capo di Gabinetto) f) Ministero delle aree urbane dal 1987 al 1993 (Capo di Gabinetto). 3 – Attività svolte in organismi internazionali e altri organismi interni: a) Membro del Comitato per i Pubblici Appalti della allora CEE a Bruxelles dal 1973 al 1975. b) Membro del Comitato Giuridico dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO-OACI) a Montreal dal 1983 al 1985. c) Membro del Comitato per gli Affari Urbani dell’OCSE a Parigi dal 1987 al 1993. d) Membro della delegazione della Cassa per il Mezzogiorno dal 1973 al 1975. e) Membro del Consiglio Superiore delle Forze Armate dal 1981 al 2002. f) Membro del Consiglio di Amministrazione dei Monopoli di Stato. g) Giudice della Commissione Tributaria Centrale dal 1992 al 2002. 4 – Attività ulteriori: a) Presidente o Membro di Commissioni di studio istituite dalla Pubblica Amministrazione (Commissione Giannini per il riordino delle forze armate, Commissione per la rilocalizzazione dei Ministeri in Roma Capitale ed altre). b) Presidente o Membro di commissioni di esame (Avvocatura dello Stato, INPS ed altre). c) Autore di saggi ed articoli su riviste giuridiche (Rassegna dell’Avvocatura dello Stato e numerose altre) e su riviste di studi politici e di cultura (“Specchio Economico”, “Politica e Mezzogiorno” “Minerva” ed altre). d) E’ iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise) dal 1992. 5 – Onorificenze: a) Cavaliere di Gran Croce – Ordine al Merito della Repubblica Italiana – data di conferimento 28 gennaio 2002 b) Cavaliere di Gran Croce al Merito dell’Ordine Sovrano Militare di Malta c) Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana. d) Salernitano illustre – Camera di Commercio di Salerno e) Cittadino Onorario di Eboli - Amministrazione Comunale f) Insignito del Premio Capalbio “per lo stile nel Governo” 6 – Autore di libri: A) SAGGI SOCIO-POLITICI 1. "Cinquanta proposte di buon governo” - Marsilio Editore - 1992; 2. “L’irresistibile vento dell’ovest” - Menzione speciale al Premio Internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti”; Minerva Editrice - 2001; 3. “Recondite armonie di riforme diverse” - Premio Presidente Provincia Salerno al premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” - Maggioli Editore - 2004; 4. “Le utopie possibili. Bel Paese e Buon Governo” - Premio alla carriera al Premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” 2005 - Maggioli Editore - 2005; 5. “Le probabilità ragionevoli” - 2006; 6. “La passione della ragione” - Avagliano Editore - 2008; 7. “Dall’impegno al distacco” - Avagliano Editore - 2007; 8. “Casta Italia” - Avagliano Editore - 2009; 9. “Nessun dorma” - Avagliano Editore - 2010; 10. “Le luci spente dell’illuminismo” - Avagliano Editore - 2010; 11. “La forza e la frode” –Avagliano Editore 2012 12. “Il dispotismo indulgente” – Avagliano Editore - 2013 13. “EUROCRASH – Cinquanta ipotesi d’incerto futuro” – Curcio Editore 2014 14. “Debole di costituzione” – Editore Mondadori 2014 15. “Europa mia, benché il parlar sia indarno” Avagliano Editore, 2017 16. " Il decennio nero degli Italiani – Dal Porcellum al Rosatellum – Avagliano 2018 17. "Elogio del pensiero libero – Genesi Editrice 2019 B) SAGGI CINEMATOGRAFICI 18. “Il bello nel cinema” - Saggi di estetica cinematografica - Seam Editrice - 2000; 19. “Il Leone e gli Oscar” - Saggi di estetica cinematografica - Eagle Pictures editrice - 2001; 20, “Fermo immagine” - Saggi di estetica cinematografica- Premio al Festival Cinematografico di Salerno - Minerva editrice - 2001; 21. “Il cinema tra irrisione e riflessione” – critiche cinematografiche -Avagliano Editore, 2011. 22. “Voce fuori campo” – critiche cinematografiche – Avagliano Editore 2014. 23. “L’Orso e la Palma” – Istituto culturale del Mezzogiorno. 217 24. “50 film da rivedere” – Istituto Culturale del Mezzogiorno - 2018 25. "Federico Fellini- realista e visionario – Ist.Cult.Mezzogiorno 2019 C) NARRATIVA E POESIA 26. “Un gioco malandrino di finestre e balconi” - Romanzo - Premio Speciale Grinzane Cavour Cesare Pavese - Avagliano Editore - 2006; 27. “Il Chiodo nella sabbia” - Romanzo – Menzione speciale al Premio Roma - Avagliano Editore - 2008; 28. “La baia del dubbio” - Romanzo – Premio per la narrativa del Centro di psicologia Salvatore Valitutti di Salerno - Avagliano Editore - 2009; 29. “La verità dietro l’angolo – Romanzo – Premio speciale Capri 2011 - Avagliano Editore - 2011 30. “I pazzi e le smorfie” – Versi e Aforismi – 3 Edizione - Genesi Editrice 2011 31. “La Grimpeuse – Confessioni di una rampante” – Genesi editrice - 2013 32. “Grigio senza sfumature” – Romanzo – Avagliano Editore 2014 33. “ In fuga dall’intimità” – Romanzo – Avagliano Editore 2015. 34. “Canzoniere satirico” – Versi e Aforismi – Genesi Editrice 2015. 35. “Vissi d’arte” – Romanzo – Avagliano Editore 2018 36. “Fake-off” – Romanzo – Avagliano Editore 2919 37. “Tutti promossi a fine-anno” 38. “L’albero dell’ignoranza” Romanzo (in prep.)

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