Chissà se Zingaretti si accorderà con i grillini per formare un nuovo governo. O se Di Maio accetterà l’offerta di Salvini di continuare assieme l’esperienza politica. Sono ore decisive per il destino del paese, che, però, è più preoccupato per la polmonite di Sarri. Non che gli importi la salute dell’allenatore della Juve, ma purtroppo non sarà in panchina per le prime di campionato. Altro motivo di apprensione per molti elettori è la sorte di Icardi e della moglie. Speriamo che in caso di elezioni anticipate questa volta non si voti, come di solito, la domenica. Proprio quando ci sono le partite.
Ero contento della “diretta” su Rai Uno in occasione della crisi di governo. Così – mi sono detto – gli elettori hanno modo di avvicinarsi alla Politica, soprattutto i giovani, che sembra non riguardarli. Cinque ore di collegamento. Dibattito interessante. Ma che cosa ha colpito maggiormente l’attenzione dei telespettatori? Anziché ascoltare gli interventi dei colleghi, senatori e senatrici di tutti gli schieramenti giocherellavano col cellulare. Neppure uno seguiva il dibattito. A un certo punto mio nipote ha giustamente rivendicato il diritto di usare l’iPhone a tavola.
Quando se ne va un gentiluomo come Antonio Rastrelli, è meglio non accompagnarlo con commiati ideologici. Una decina di fanatici offuscano il rispetto e l’ammirazione di migliaia di persone che apprezzavano l’uomo, non il politico che aderì al ventennio solo per motivi generazionali. Era l’epoca in cui le persone perbene rispettavano l’istituzione, qualunque fosse e le erano fedeli. Non la tradivano dopo la scomparsa. Però, divenuto governatore della Campania fu il presidente di tutti. Ecco perché senza quel saluto inopportuno, anche il suo funerale sarebbe stato di tutti.
Il sindaco di una cittadina di provincia è giustamente indignato perché un tunisino ubriaco ha dato fuoco all’auto di un disabile. E aggiunge su FB che in un paese civile un simile danno va risarcito fino all’ultimo euro e l’autore espulso su 2 piedi. Invece, in Italia se la caverà con una tiratina d’orecchie. L’addetto stampa del comune, letta la notizia mentre era in vacanza, gli suggerisce di cancellarla subito. In realtà, ubriaco era il sindaco e vittima il tunisino. A incendiargli la macchina è un pover’uomo che non ci sta più con la testa. Ognuno si tenga il sindaco che ha e si consideri fortunato.
Eppure è il ciclo naturale dell’italiano medio. Cominciò con l’essere fascista. Con disinvoltura divenne democristiano e poi anche comunista. Possiamo essere contemporaneamente qualsiasi cosa e il contrario. Ditemi chi non era di sinistra quando il PD era al 40.08%. Adesso siamo incerti tra euroscettici e populisti. In attesa che si chiarisca la situazione c’è chi si è addirittura candidato alle europee in Francia, dove, pur non essendo conosciuto, ha un seguito che lo manderà a Strasburgo appena definita la Brexit. È lo stesso percorso che fece Carla Bruni. Perché criticarlo, pover’uomo?
È imputato di favorire l’emigrazione clandestina. Quindi, il divieto di tornare a Riace, cittadina di cui è stato sindaco. Gli elettori non sono d’accordo con lui, tanto da aver votato contro la sua mania di accoglienza. Adesso l’anziano genitore è in cattive condizioni di salute. Ma lui non può accorrere al suo capezzale. Come reiterare il reato o fuggire? Quale altro delitto potrebbe commettere? A qualche km di distanza un ergastolano è stato rimesso in libertà. Certo, l’omicidio è meno grave. È bastato un ricorso in cassazione. Lucano, invece, dovrà rivolgersi al Capo dello stato.
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