Molte persone stanno cercando di ridurre il loro uso di plastica, ma alcuni produttori di tè si stanno muovendo nella direzione opposta: sostituire le tradizionali bustine di carta con bustine di plastica. Ora, i ricercatori di ACS’ Environmental Science & Technology hanno scoperto che le bustine di plastica possono rilasciare miliardi di microparticelle e nanoparticelle nel tè. I possibili effetti sulla salute dell’ingestione di queste particelle sono attualmente sconosciuti, dicono i ricercatori.
Nel corso del tempo, la plastica si suddivide in minuscole microplastiche e nanoplastiche ancora più piccole, queste ultime di dimensioni inferiori a 100 nanometri (nm). (Per confronto, un capello umano ha un diametro di circa 75.000 nm.)
Gli scienziati hanno rilevato le particelle microscopiche nell’ambiente, negli organismi acquatici e nelle derrate che poi entrano nella nostra catena alimentare, ma non sanno ancora se sono nocivi per l’uomo.
Nathalie Tufenkji e colleghi si sono chiesti se le bustine di plastica recentemente introdotte possano rilasciare micro e nanoplastiche nella bevanda durante l’infusione.
Volevano anche esplorare gli effetti delle particelle rilasciate sui piccoli organismi acquatici chiamati Daphnia magna, o pulci d’acqua, che sono organismi modello spesso utilizzati negli studi ambientali.
Per condurre la loro analisi, i ricercatori hanno acquistato quattro diversi tè commerciali confezionati in bustine di plastica. I ricercatori hanno tagliato le bustine, rimosso le foglie di tè e lavato le bustine vuote. Poi, hanno riscaldato le bustine di tè in contenitori d’acqua per simulare le condizioni di infusione. Utilizzando la microscopia elettronica, il team ha scoperto che una singola bustina di plastica a temperatura di infusione ha rilasciato circa 11,6 miliardi di particelle microplastica e 3,1 miliardi di particelle di nanoplastiche nell’acqua. Questi livelli erano migliaia di volte superiori a quelli riportati in precedenza in altri alimenti.
In un altro esperimento, i ricercatori hanno trattato le pulci d’acqua con varie dosi di micro e nanoplastica da bustine di tè. Anche se gli animali sono sopravvissuti, hanno mostrato alcune anomalie anatomiche e comportamentali.
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