Inauguriamo con questo articolo una nuova rubrica: “Diario Scomodo“, grazie alla collaborazione con Roberto Tumbarello, giornalista e scrittore.
Prendendo in prestito le sue parole, questa rubrica: “Può apparire talvolta di destra o di sinistra o populista, ma non ha alcuna colorazione, né cerca consensi. Vuole solo indurre chi lo legge a riflettere, come tutti gli uomini liberi dovrebbero fare. Quelle che propongo sono riflessioni indirizzate soprattutto agli intellettuali, agli artisti, ai professionisti, al ceto produttivo e alle persone probe perché riflettano sul loro ruolo di guida della società cui hanno abdicato. Chi per ambizione o per bramosia di denaro, chi semplicemente per indolenza o perché mal consigliato, si sono tutti aggregati alla massa di questuanti che sostengono il potere e ne mendicano le briciole. Andiamo di male in peggio da quando il ceto medio si è disciolto, lasciando il paese senza esempio né cultura, e neppure coscienza. La borghesia deve riappropriarsi delle prerogative che le sono naturali per restituire dignità e diritti alla povera gente“.
Chissà se Greta è davvero manipolata, come molti dubitano. Nulla può essere genuino e autentico a questo mondo. Dietro di lei ci sono certo i soliti poteri forti, la massoneria segreta, le lobby giudaico cristiane che decidono delle sorti della politica e dell’economia. Sempre accusati di manovrare contro gli interessi del popolo, questa volta si sono forse sbagliati, dato che la crociata è per il bene dell’umanità. Comunque sia andata, è fuori discussione il carisma di questa ragazzina svedese, che, seppure per conto terzi, trascina milioni di giovani di tutta Europa contro l’inquinamento.
Si comincia da uno schiaffo – di quelli che si dice non hanno mai fatto male a nessuno – e si finisce con lo strangolare il figlio che infastidisce piangendo o uccidere la moglie che lo ha lasciato. Per un bimbo è violenta anche la sculacciata. Cresce, quindi, con la convinzione che solo con la forza si ottengono diritti. Ciò che sta accadendo dimostra che non sappiamo più controllare i nostri impulsi. Per ricominciare a vivere come esseri umani, serve una forte immissione di cultura. Forse si dovrebbero retribuire meglio gli educatori per pretendere maggiore competenza e responsabilità.
“Perché non facciamo un figlio assieme, Maestro? – propose a Einstein una famosa e avvenente attrice – Avrà la sua intelligenza e la mia bellezza”. Lo scienziato preoccupato rispose. “E se, invece, avesse la mia bruttezza e la sua stupidità?” Non Sempre i figli ereditano la genialità dei genitori. Anzi, talvolta sono l’opposto. Ci sono tanti esempi che lo dimostrano. Di recente l’affluenza di candidati al Grande Fratello, che sfruttano il nome dei genitori, senza rispetto per la loro eredità morale. Più che il gene c’entra l’educazione sbagliata o la negligenza di non avergliene impartito.
Nella resistenza non c’erano solo comunisti, ma anche liberali e cattolici. E tanti italiani senza colore politico. Volevano liberarsi della dittatura. Però, chissà perché, la festa nazionale non è di tutti. La sinistra se n’è impossessata credendo di averne l’esclusiva. Tanto da contestare Letizia Moratti che spingeva la sedia a rotelle del padre, partigiano nella brigata di Edgardo Sogno. Eppure non c’era chi avesse più diritto di lui. Fatto prigioniero dai nazisti, finì a Dachau. Ecco forse perché i nostalgici contestano il 25 aprile, giorno in cui si celebrano democrazia e libertà di cui oggi tutti godono.
Onore a Mussolini, sconfitto 74 anni fa! Qualcuno grida allo scandalo. Che male fanno? Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. L’importante è rispettare la legge. Se no, che democrazia è? Nessuno teme la restaurazione dell’impero di Cesare perché qualcuno si guadagna da vivere travestendosi da centurione. Se oggi nascesse il Duce non si alleerebbe con i nazisti per aggredire l’Europa né farebbe leggi razziali. Non sarebbe neppure sovranista perché non è più l’epoca. Rimarrebbe, invece, assai deluso nel constatare che chi lo rimpiange è rimasto indietro, mentre la società si è evoluta.
I radical-chic – è una qualifica, non un insulto – lamentano ovunque incuria e malgoverno per un po’ di sporcizia nelle strade della loro dolce vita. Certamente un dramma per chi abita nel centro storico a spese della collettività. Meno male che il censo non li condanna a vivere nelle periferie, dove l’immondizia fuori dai cassonetti è il disagio minore. Ma a loro – che siano di sinistra o di destra o populisti – di chi è dimenticato anche dalla Provvidenza, non importa nulla. Anche questa volta sono scesi dalla nave che affondava e già saltati sul carro del vincitore. Sono topi di razza.
Avevano escluso gli atleti africani dalla maratona con la scusa di non sfruttarli. In realtà, sanno che si classificheranno tutti ai primi posti. Quelli sono molto più forti. Poi si sono vergognati. Ma non avevano tutti i torti. Le gare devono svolgersi in condizioni di parità. Partire con tanto vantaggio è contro l’etica dello sport. Non c’è agonismo. La decisione avveniristica, infatti, ha messo lo scompiglio anche nel club bianconero, che nel calcio non ha avversari. Il campionato, infatti, non suscita più interesse, a meno che ora la FIGC non metta fuori concorso la Juve, come i negri a Trieste.
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