Di Teresa D’Auria
6:30 del mattino, suona la sveglia, quella dannata sveglia che ogni mattino mi rapisce dai miei sogni; mi alzo, mi preparo ed inizia la mia giornata. Alle 8:20 siamo a scuola, ognuno al suo banco ed iniziano le lezioni.
Per me è l’ultimo anno, dicono il più intenso, pieno di emozioni, voglia di fuggire per andare verso qualcosa di nuovo.
Invece ora, siamo in quarantena, la sveglia non suona più, il sonno e l’angoscia mi hanno sopraffatto. Alle 8:20 non sono più con i miei compagni in classe, ma mi ritrovo a casa con la mia famiglia.
Il coronavirus ha cambiato la routine di tutti gli studenti, ed ha cambiato soprattutto la scuola. Si cerca di rimediare alle vecchie lezioni con le lezioni a distanza tramite video-lezioni: è la cosiddetta didattica a distanza ma senza più il rapporto umano, il confronto diretto… tutto è vissuto dietro una piattaforma.
L’insegnamento e la scuola alla vecchia maniera sono completamente un’altra cosa.
Sono i mesi in compagnia del compagno di banco, degli amici, del confronto con i professori.
Non ci saranno più le corse per entrare in orario in classe, oppure l’ansia prima di un compito o di un’interrogazione.
Il rientro a scuola ci sembra così lontano… e noi vorremo solo vivere il nostro ultimo anno,prima di un nuovo inizio.
Ora attorno a noi è tutto grigio, nessun argomento da discutere insieme e nessuna emozione da condividere.
In questi giorni di isolamento, vorremmo davvero che tutto tornasse alla normalità e che noi tornassimo ognuno ai propri banchi, e tutti insieme nella nostra classe.
Dalla rubrica Diario di una quarantena:
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